Padre Roberto scrive dal Congo
Carissimi amici, dopo lunghi mesi di silenzio e foresta ... trovo una facile "resistenza- fatica" a mettere per iscritto ciò che ho vissuto in questi ultimi 5 mesi. Come sapete bene il paese è in guerra... la realtà più "schifosa indiavolata" che possa esistere a questo mondo. Guerra! Per cui scontri, combattimenti, odio, violenza, vendetta, saccheggi e soprattutto la distruzione della vita umana: la morte!
Un paese che aveva già i suoi problemi. Ha subito una guerra di "liberazione" nel 1996 ... e dopo appena un anno e mezzo rieccoci di nuovo. Eh sì, perché anche se in foresta ( cioè fuori dal mondo), ho passato insieme ai miei confratelli momenti difficili, duri e paurosi. Vi bastino questi pochi dati:
* Per due mesi abbiamo convissuto con più di 500 soldati che scappavano a piedi da Bukavu (tutti ben armati).
. * Quando questi se ne vanno comincia un continuo passaggio di soldati, che sparano in aria, per spaventare la gente, rubano galline, capre ... e ciò che si trova nelle case. Per arrivare al 4 ottobre (san Francesco d'Assisi), l'apice della nostra sventura. Gruppi di soldati, sbandati, ubriachi e drogati ci fanno visita per ben 3 volte (al mattino alle ore 4; alle 12.30 e alle 19.00 ... qui è natta profonda!). Ci hanno minacciato con i fucili spianati, hanno sparato per farci paura (un bossolo è rimasto nel nostro piccolo refettorio) e ci hanno rubato, soldi-vestiti, biciclette (2), radio e un pallone ... anche quello! Ma il Signore ci ha dato la forza: abbiamo deciso di restare alla missione e di "resistere" ... e ci è andata bene. Sia ringraziato Dio e san Francesco!
* Il nostro piccolo ospedale dove lavorano da anni due volontarie italiane (Lucia e Mariuccia, minacciate e derubate anch' esse) è stato saccheggiato ... cose impressionanti, anche i malati sono fuggiti. Porte demolite, le medicine rubate e fuochi d'artificio da parte dei soldati. Le nostre due macchine Land Rover! Una è stata presa-rubata, dopo minacce subite dai padri che erano alla missione, ora si trova a 40 km., senza olio né benzina, né riparabile. L'altra è stata nascosta in foresta dal sottoscritto, visto che mi trovavo nelle succursali per le consuete visite apostoliche ... Son tornato a casa a piedi, insieme all'amico-fratello Kangela, il nostro autista lavoratore-tutto fare che mi accompagnava.
La nostra gente è fuggita nella foresta perché la paura ha travolto tutti... e per diversi giorni la foresta è stata il rifugio sicuro!
Abbiamo vissuto per diversi giorni, settimane, nella incertezza e nella paura. Ma una cosa è certa, il Signore ci ha sostenuto, aiutato, salvato. Adesso le cose sembrano "calmarsi". Da più di un mese non abbiamo più visite dai soldati. Speriamo che le cose si aggiustino!
Personalmente: è stato un periodo duro, dove tante domande hanno riempito il mio cuore. Che cosa ci faccio qui? Perché alle soglie del 2000 ancora la guerra? Perché si deve soffrire-morire in questo modo? Perché la nostra gente deve subire tutto questo? Dov'è Dio in tutto questo? Cosa vuole dirci con questi avvenimenti?
Domande queste che pian piano, seppure a fatica, trovano risposta: solo nelle mani di Dio e a Lui affido tutto! Il lavoro apostolico continua: la settimana prossima parto per il safari. Vado a piedi, sempre ben accompagnato, ad annunciare il Vangelo della Pace (Ef. 6,15) e a dar coraggio, forza e sostegno ai nostri cristiani, che come mi vedranno riprenderanno un po' di entusiasmo. Insieme a loro, camminando nella foresta, griderò con impeto e consapevolezza che Gesù è la vita che sconfigge la morte, la pace che disintegra la guerra, la speranza che ci fa credere che Dio non ci ha abbandonati ... che è con noi, lotta, soffre e soprattutto ci porta la pace, la fratellanza, l'amore.
Vi ricordo sempre con affetto.