Padre De La Victoria dal Camerun
Ogni domenica, nel nostro quartiere a Yaoundé, portiamo la comunione a 50 malati che non possono venire in chiesa. Non siamo soli, ma ci aiutano un gruppo di laici, uomini e donne. Quest’anno abbiamo deciso, per la prima volta, di celebrare durante la Quaresima, l’unzione degli infermi comunitaria, chiedendo ai familiari dei malati (li visitiamo ogni settimana) di portarli in parrocchia. Non è stato facile, ovviamente, ma ce l’abbiamo fatta con l’aiuto di tutti. Abbiamo scelto le tre del pomeriggio, faceva caldo, ma almeno tutti hanno potuto tornare a casa prima del tramonto.
Prima delle due c’era un buon numero di malati che stavano aspettando. Con loro abbiamo cantato e pregato, mentre aspettavamo gli altri. La celebrazione è stata molto partecipata e animata. Per molti di loro era difficile andare in ospedale e guarire come Dio comanda.
Il sacramento dell’unzione degli infermi è stato voluto e visto come una scelta forte, per andare oltre il proprio dolore.
Alla fine dell’Eucarestia il gruppo della Caritas ha preparato 150 panini e un bicchiere di succo locale per tutti.
È poca cosa, però è un segno della condivisione della loro sofferenza.
Tutti se ne sono andati felici, nonostante i dolori. Quella notte, ve l’assicuro, hanno dormito molto bene per due motivi: per lo sforzo di essere venuti fino a qui (alcuni non uscivano di casa da anni) e per l’unzione ricevuta, per molti un sollievo dal dolore.
p. Angel De La Victoria, sx - Yaounde, Camerun.