Skip to main content

P. Cavallo, felicità e lunga vita…

Condividi su

Il titolo è una citazione delle simpatiche espressioni che p. Francesco Cavallo spesso rivolge con arguzia a tutti coloro che incontra! E lui, classe 1919, di lunga vita se ne intende. Lo scorgo in cappella davanti al Santissimo con l’immancabile talare nera. Padre Francesco ha trasformato la sua vita in un’incessante preghiera per tanti ammalati e persone bisognose.

La corona del Rosario è la sua arma preferita per combattere tutti i mali che attanagliano il mondo. Infatti, è ritenuto da molti fedeli un santo sacerdote, conosciutissimo. In tanti arrivano da ogni dove per parlare con lui. La sua agenda è sempre piena di appuntamenti, nonostante la veneranda età di 104 anni. Tutte le mattine lo si vede impegnato con i fedeli penitenti a partire dalle 10.
Ne approfitto per chiedergli se fosse disponibile per essere intervistato. Accetta volentieri e, con un’innegabile cordialità che lo distingue, mi fa accomodare nel suo piccolo ufficio, dove riceve tantissime persone per le confessioni, per una parola buona, per una benedizione.  

Com’è stata l’esperienza a Boston?
È stato un periodo di grande crescita e sfide. Sono stato inviato negli Stati Uniti nel 1957 e ho trascorso 12 anni là. Ho avuto l’opportunità di servire una comunità di fedeli molto vibrante e diversificata. La Chiesa cattolica negli Stati Uniti era ed è ancora caratterizzata da una grande varietà di culture e tradizioni. Ho avuto il privilegio di incontrare ed assistere persone provenienti da tutto il mondo. Ho svolto un servizio pastorale attivo, celebrando Messe, ascoltando le confessioni e guidando le persone nella loro fede. Ho anche avuto l’occasione di essere coinvolto in attività caritative e di assistenza sociale per aiutare coloro che si trovavano in situazioni difficili.

Quale la sfida più grande…
Forse una delle più significative è stata quella di comprendere ed adattarmi alla cultura e al modo di vivere degli americani. Inizialmente, la lingua era una barriera, ma col tempo ho imparato l’inglese e ho potuto comunicare meglio con i fedeli. Inoltre, il contesto sociale e culturale degli Stati Uniti era molto diverso da quello a cui ero abituato in Italia. Ho dovuto affrontare questioni come il pluralismo religioso, il materialismo e i cambiamenti rapidi nella società, che hanno reso il mio ministero ancora più impegnativo.

Poi l’Africa e la Sierra Leone…
Un’esperienza unica e profondamente toccante. Sono stato inviato lì per due anni ed è stato un periodo di impegno intenso nel servire le comunità locali. La Sierra Leone è un Paese straordinario, con una cultura ricca e tradizioni affascinanti.

Cosa l’ha colpita di più?
La fede e la resilienza delle persone. Nonostante le difficoltà e le avversità che affrontavano quotidianamente, ho visto una profonda fede in Dio e una gioia di vivere che era contagiosa. La semplicità e la sincerità delle persone erano veramente commoventi. Ho avuto modo di conoscere ed apprezzare la ricchezza delle tradizioni e delle usanze locali. La musica, la danza e le celebrazioni erano straordinariamente vivaci e coinvolgenti. Ho imparato alcune delle lingue locali per poter comunicare meglio con i fedeli. La Sierra Leone ha affrontato molte sfide, tra cui la povertà, le malattie e le instabilità politiche, ma ho imparato molto dalla forza e dalla dignità delle persone che ho incontrato. Sono stati anni di grande crescita spirituale e personale per me; porterò sempre nel cuore i ricordi di quei momenti preziosi.

Ora sono 104 anni!
Sono fiducioso nella volontà di Dio, che mi vuole tenere ancora in vita, ma rimango in trepidante attesa quando il Signore mi vorrà chiamare nell’altra vita… Su questo sono pronto tutti i giorni e credo che Lassù nel Regno di Dio sarà bellissimo. Sì, vorrei dire a tutti di non sottovalutare l’importanza della preghiera e della fede nella propria vita. La preghiera ci unisce a Dio e ci dona la forza per affrontare le sfide che incontriamo lungo il cammino. La fede ci dà speranza, anche nei momenti più difficili, e ci aiuta a superare le prove con coraggio e fiducia.

Vuole lanciare un messaggio…
Vorrei incoraggiare le persone ad essere compassionevoli e premurose verso gli altri. Ogni persona ha una storia e delle battaglie interiori e, spesso, abbiamo bisogno di essere ascoltati e compresi. Soprattutto, è fondamentale diffondere amore e gentilezza in un mondo che può sembrare caotico. Infine, ricordo sempre a me stesso e agli altri l’importanza di essere umili di fronte alla grandezza di Dio. In qualunque ruolo o incarico ci troviamo, dobbiamo sempre ricordare che siamo strumenti nelle mani di Dio e la Sua grazia agisce attraverso di noi.

Grazie, p. Francesco, per aver condiviso queste esperienze e queste riflessioni con noi. La sua dedizione, la sua testimonianza, oltre al suo servizio pastorale, sono davvero ispiratrici. Auguri da tutti noi!



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 11145.08 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Ottobre 2010

Missione e preghiera, Comunione e testimonianza oggi

È prossima l'assemblea speciale del sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. Il titolo "Comunione e testimonianza" s'ispira agli Atti degli apostol...
Edizione di Maggio 2010

Padre Mazzocchin dal Congo RD

Cari amici, sono in attesa di passare da Uvira a Goma, dal sud Kivu al nord Kivu. Un anno e mezzo fa ero passato da Goma a Uvira; ora torno a Goma....
Edizione di Aprile 2008

Il pellegrino: “La nostalgia di casa”

È stata la prima sensazione! Fin da subito, alla momentanea tensione per i controlli all'aeroporto "Ben Gurion" di Tel Aviv, è subentrato il deside...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito