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Ottobre missionario per tutti, Indicazioni per riflessione e azione

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Ottobre, mese missionario, trova il suo culmine nella celebrazione della giornata missionaria mondiale (domenica 21). Quest'anno si carica di un significato speciale, almeno per tre circostanze: il 50° anniversario dell'inizio del concilio Vaticano II, l'apertura dell'anno della fede e il sinodo dei vescovi sul tema della nuova evangelizzazione.

"Questi eventi concorrono a riaffermare la volontà della chiesa di impegnarsi con maggiore coraggio e ardore nella missione alle genti perché il vangelo giunga fino agli estremi confini della terra" (Messaggio 2012). La missione quindi è al centro della vita della chiesa e dell'attenzione di tutti i cristiani.

L'orizzonte di ogni attività

Il concilio Vaticano II ha dato nuovo slancio all'azione missionaria della chiesa: un impegno che tutti i papi hanno richiamato costantemente. Nel messaggio per la giornata missionaria di quest'anno, papa Benedetto ci offre alcune indicazioni concrete, sia per la riflessione che per l'azione. Parlando dell'attività missionaria e dell'evangelizzazione egli afferma:

"Per un vescovo, il mandato di predicare il vangelo non si esaurisce nell'attenzione verso la porzione del popolo di Dio affidata alle sue cure pastorali né nell'invio di qualche sacerdote, laico o fidei donum. Esso deve coinvolgere tutta l'attività della chiesa, tutti i suoi settori... Ciò richiede di adeguare costantemente stili di vita, piani pastorali e organizzazione diocesana a questa dimensione fondamentale dell'essere chiesa. Anche oggi la missione ad gentes deve essere l'orizzonte costante di ogni attività ecclesiale...".

La gioia di credere

Il papa insiste affermando che "la celebrazione dell'anno della fede e del sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione saranno occasioni propizie per un rilancio della cooperazione mis­sionaria, soprattutto riguardo la partecipazione diretta all'evangelizzazione". La missione non è un optional, da fare se "avanzano" tempo e personale; la missione è il termometro di una chiesa adulta.

Perciò egli lancia un forte invito a tutti noi: "Occorre rinnovare l'entusiasmo di comunicare la fede per promuovere una nuova evangelizzazione delle comunità e dei paesi di antica tradizione cristiana, che stanno perdendo il riferimento a Dio, in modo da riscoprire la gioia del credere".

Non è un optional!

Tutto questo ci aiuta a comprendere in quale misura e in che direzione è maturata la comprensione della missione della chiesa in questi ultimi 50 anni.

1. Da una parte si è allargato il numero degli attori protagonisti della missione: "non meraviglia che il concilio Vaticano II insista sul mandato missionario che Cristo ha affidato ai suoi discepoli e che deve essere impegno dell'intero popolo di Dio, cioè di tutti i battezzati".

2. D'altra parte è cambiata la direzione della missione: una volta la missione partiva principalmente dalle chiese del nord verso il sud del mondo; ora da tutte le chiese ci si dirige verso le altre chiese e verso quei territori dove non è ancora stato annunciato il vangelo di Gesù. "Da ogni parte del mondo, tanti sacerdoti, religiosi e laici, e addirittura intere famiglie lasciano i propri paesi, le proprie comunità locali e si recano presso altre chiese per testimoniare e annunciare il nome di Cristo".

3. La missione richiede alle chiese, alle comunità cristiane e ai credenti nuovi stili di vita: un nuovo modo di vivere la fede. L'anno della fede ci aiuterà anche in questo. E se Giovanni Paolo II diceva che "la fede si accresce donandola", l'anno della fede sarà certamente un'occasione favorevole per il rilancio della missione.



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