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Novant’anni, grazie a Dio: Meraviglioso ricamo della Provvidenza

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Da alcuni giorni padre Francesco Cavallo ha raggiunto i novant'anni. Ci è sembrato bello sentire le sue emozioni. Eccole in esclusiva.

Sono nato il 16 novembre del 1919, anche se all'anagrafe, "per posticipare il servizio militare", papà mi ha segnato il 2 gennaio dell'anno dopo. Sono stato battezzato il 6 gennaio, per cui ho vissuto 50 giorni da... "pagano"! E adesso sono a novanta suonati. Cosa posso dire?

Quando penso al passato, rivedo come in un filmato le varie tappe della mia vita, le persone, i luoghi, gli eventi e tantissimi particolari. Mi sembra di scorgervi una sapientissima, ininterrotta serie di vicende e circostanze: alcune piene di gioia; altre portatrici di sofferenze. Tutte però ordinate alla realizzazione di un progetto, certamente non mio, ma divino.

Nel bel mezzo di due mondi

Visto nel suo "insieme", il passato mi appare come un meraviglioso ricamo della Provvidenza. Indubbiamente molti sono stati gli errori da me commessi. Ma devo aggiungere che la bontà di Dio ha saputo e voluto trarre insospettati vantaggi da quelle miserie a beneficio della mia anima.

Superata la soglia dei novant'anni, mi sembra di essere nel bel mezzo di due mondi: quello sul quale appoggio i piedi, e quello verso cui vanno il cuore e la mente. Non penso agli eventi futuri, lieti o tristi, che in qualche modo toccheranno la mia persona. Non faccio previsioni e, meno ancora, progetti. Sono nelle mani di Dio e a Lui mi affido. Ciò che mi preme coltivare è l'adesione amorosa alla sua volontà.

Faccio mie le affermazioni dell'ultranovantenne cardinale John Henry Newman: "Affascinante è la pace di Dio, la soavità con tutti, l'irradiamento celestiale di bontà e di dolcezza, l'interessarsi dell'altrui successo, parlare poco di sé, sopportare in silenzio la prova interiore, curarsi la salute senza esagerare e assaporare le amarezze senza amareggiarsi, perché Dio vuol farci capire che Lui solo basta".

La grande grazia della vita

La vita è un'occasione meravigliosa e irripetibile: ce n'è una sola, e ogni giorno è una grazia immensa che cerco di vivere pienamente. Non guardo la televisione e neppure i telegiornali, che ormai è meglio chiamare "teleguai"! Ricordo solo due immagini televisive: il funerale di Papa Giovanni Paolo II e la prima benedizione del neo eletto Papa Benedetto XVI.

Annoto nell'agenda tutti gli appuntamenti con le persone che chiedono di venire per la direzione spirituale e per il sacramento della riconciliazione. Questo impegno mi tiene occupato varie ore al giorno, mattino e pomeriggio.

Chiedo una cosa sola al Signore, con trepidazione: che mi riservi l'ultimo posto in paradiso. Non è poco, ma spero proprio che me lo conceda, per sua bontà.



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