Non c’è amore più grande!
Parma, Le famiglie dei missionari in festa
Domenica 7 maggio abbiamo celebrato, con l’entusiasmo di sempre, la festa di ringraziamento con i familiari dei saveriani. La partecipazione è stata grandiosa. È stata una tipica festa “saveriana”, bella e vivace, densa di significato. Tutti gli ospiti hanno partecipato alla conferenza e alla proiezione del documentario su san Francesco Saverio, in occasione del quinto centenario della sua nascita.
Il profumo della gioia
Alla celebrazione della Messa ha presieduto il nuovo rettore della casa madre dei saveriani, p. Emilio Baldin, che si è presentato e ha dato il “benvenuto” a tutti i familiari, rivolgendo loro un breve discorso. Poi la festa è proseguita con il tradizionale pranzo di famiglia... allargata: un’ora di fraternità, vissuta da tutti con tanta gioia e... buon appetito!
La festa dei familiari lascia una scia di profumo speciale in tutta la nostra casa; e ancor più nei nostri cuori. Gli antichi ebrei paragonavano il sabato a una sposa che lasciava lo strascico del suo profumo nella sala della festa, anche dopo che se n’era andata. Così anche per noi. La festa con i nostri familiari non finisce con il calare del sole. A distanza di giorni, gustiamo ancora il profumo della gioia che l’incontro ci ha regalato.
Il protagonista della festa
Ma permettete che faccia una... divagazione. Secondo me, il protagonista principale di tutta la festa, più che una persona, è un gesto che ci ha coinvolto tutti: il gesto di “offrire”. L’eco dell’offerta è arrivata dritta nei nostri cuori ed è tutt’ora impressa in ciascuno di noi.
Ogni offerta nasconde in sé un profondo significato. Prima di tutto, offrire significa riconoscere: offre chi riconosce. La mente va subito alla parola riconoscenza, che significa: credere e affermare che chi sta davanti a noi è qualcosa di grande; una persona che merita il nostro affetto e un dono adeguato.
Dal tipo di offerta, si può stabilire la grandezza che attribuiamo alla persona che abbiamo davanti. Regalando un mazzo di fiori a una persona cara, ad esempio, riconosciamo che vale quanto la bellezza e la preziosità di un fiore, cuore della natura.
L’offerta più grande
Se diamo a qualcuno una parte di quanto noi possediamo, vuol dire che sentiamo quella persona come parte di noi stessi. Se poi offriamo la vita di un figlio, di un fratello, di una sorella o anche la nostra stessa vita, questo significa che facciamo un dono supremo a Dio, che riconosciamo come il Bene supremo. L’offerta più grande e cara è accompagnata dalla riconoscenza più sublime e profonda.
Torniamo ora alla nostra festa. Quel giorno, con tanta gioia e serenità, abbiamo fatto festa con i familiari dei missionari, ricordando l’offerta più bella: aver dato un missionario al Signore. Con questo gesto, abbiamo riconosciuto l’infinita bontà di Dio. Gli siamo riconoscenti perché in lui abbiamo trovato il nostro massimo Bene.
Dio merita davvero l’offerta della vita di un figlio, di un fratello, di una sorella e di tutto noi stessi, per sempre.