Noi cosa possiamo fare?
NORD/SUD NOTIZIE
Zone d’ombra
Centrafrica: conflitto intenso. Decine di civili uccisi e feriti, in migliaia costretti a fuggire per sopravvivere e aiuti umanitari scarsi: è quanto testimoniano le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) in Repubblica Centrafricana, dove il conflitto è sempre più esteso e intenso. Quella che già era una delle più gravi emergenze umanitarie al mondo sta peggiorando.
• Congo RD: superare la paralisi. La nomina di Bruno Tshibala a premier del Congo RD è una “distorsione dell’accordo di San Silvestro” affermano i vescovi congolesi. Infatti, il premier sarebbe dovuto essere designato in modo consensuale dall’opposizione, ma quest’ultima si è divisa. E Tshibala è l’esponente di una sola parte dell’opposizione. Lo stallo politico aggrava le precarie condizioni economiche e di sicurezza del Congo RD, in particolare nella regione del Kasai.
• Darfur “normalizzato”. Per Khartoum la situazione in Darfur sarebbe tornata alla normalità, nonostante gli oltre 2 milioni di sfollati, molti dei quali non potranno più rientrare nelle loro terre, occupate da uomini del governo e dalle loro famiglie. Ma la “normalizzazione” fa comodo all’Europa che, attraverso gli accordi per fermare i flussi migratori, finisce per legittimare un regime che usa la pulizia etnica e le milizie para-governative come strumenti di controllo (Bruna Sironi).
Da segnalare…
• Al bando i minerali insanguinati. È stata approvata la legge che impedisce l’importazione nell’Unione europea di tungsteno, stagno, tantalio (fondamentali per l’industria informatica) e oro, provenienti da zone di guerra. Il testo entrerà in vigore a partire dal 2021. In base alla nuova legge, gli importatori dovranno garantire che non c’è alcun legame tra la loro catena di approvvigionamento e i gruppi ribelli delle regioni in cui sono estratti i minerali. L’Unione europea non ha individuato quali siano le “zone di conflitto”, anche se il Congo RD è stato spesso menzionato.
• Pena di morte: il rapporto di Amnesty. Nel mondo ci sono state meno esecuzioni capitali, ma più condanne a morte. È questo il dato che emerge nel rapporto di Amnesty International sulla pena di morte nel 2016. Almeno 1.032 persone sono state giustiziate in 23 paesi, Cina esclusa, dove i dati sulle esecuzioni sono considerati segreto di stato. Il 55% delle esecuzioni è avvenuto in Iran, che insieme ad Arabia Saudita, Iraq e Pakistan ha eseguito l’87% di tutte le sentenze capitali. Per la prima volta dal 2006, gli Stati Uniti non compaiono tra i primi cinque esecutori mondiali.
• Vaccino meno caro. In occasione dell’Assemblea generale della Pfizer, Medici Senza Frontiere (MSF) ha raccolto le voci di tanti investitori individuali della casa farmaceutica, che chiedono di abbassare il prezzo del vaccino contro la polmonite (5 euro a bambino per le tre dosi) in tutti i paesi in via di sviluppo. La polmonite è la causa principale della mortalità infantile in tutto il mondo.
ONG in mare… aperto
In riferimento alle false accuse sul lavoro in mare delle ong, MSF ricorda che i soccorsi avvengono secondo il diritto del mare e dei rifugiati sotto il coordinamento e le indicazioni della Guardia Costiera italiana; che non ricevono telefonate dirette dai trafficanti; che le ong lavorano in acque internazionali e solo in pochi casi eccezionali, in presenza di naufragi imminenti e sotto autorizzazione delle autorità competenti, sono entrate in acque libiche; che il lavoro di MSF in mare è sostenuto esclusivamente da fondi privati; che non ci sono prove che i soccorsi siano un fattore di attrazione; che persone disperate, torturate, afflitte da guerre, persecuzioni e povertà continueranno a partire; che fino a quando non verranno garantiti canali legali per trovare un sistema europeo di aiuti e soccorsi in mare, quelle stesse persone continueranno a rischiare e perdere la propria vita nel Mediterraneo.
A questo link, sull’home page del sito di MSF, le 10 domande e risposte più frequenti sui soccorsi in mare: http://www.medicisenzafrontiere.it/notizie/news/le-10-domande-pi%C3%B9-frequenti-sulle-nostre-operazioni-di-ricerca-e-soccorso-nel
Migranti: meglio morti che invasori!
Oggi, nel Mediterraneo si fronteggiano due filosofie: schieramento di navi militari da una parte e quelle delle ong dall’altra.
Queste ultime, di fatto, applicano una versione marittima dei cosiddetti corridoi umanitari. Sulle coste libiche i trafficanti di uomini, che ci sia Frontex o Mare Nostrum, continueranno a imbarcare uomini.
Alcuni politici in Italia e in Europa s’illudono che i migranti, sapendo che nessuno li assisterà e che verranno respinti, non partiranno. Non è così. L’unico modo di affrontare il “problema migranti” è una seria politica di accoglienza. Non si tratta di arrendersi all’invasione. L’invasione non c’è (e non ci sarà). I numeri degli arrivi sono più o meno gli stessi (200mila all’anno su sessanta milioni di abitanti).
E questo “pericolo invasione” giustifica il cinismo vestito di realismo politico di chi vorrebbe aumentare il numero di morti nel Mediterraneo?
- Raffaele Masto - Buongiorno Africa.