Naufragar in fiumi di parole!
Parole su parole. L’editoria è in crisi, le librerie pure, ma ovunque ci giriamo siamo pieni di parole. Anche le immagini si riempiono sempre più di parole; ci avete badato? In certi contesti non bastano: in televisione, sui social, nel web. Tutti sono pronti a commentare. Invidio molto chi ha sempre qualcosa da dire, scrivere, raccontare. È bello abbeverarsi da chi sa, per capire e approfondire tesi, argomenti, retroscena.
Lo confesso, talvolta rimango “senza parole”… In un duplice significato: certi avvenimenti mi colpiscono così tanto dal punto di vista emotivo che non mi viene da proferire verbo e preferisco far cadere un rispettoso (religioso?) silenzio; certi avvenimenti sono talmente deludenti che mi chiedo perché bisognerebbe sprecare litri d’inchiostro (anche virtuale).
Due esempi. Alcune storie di amore, morte e violenza sono talmente dolorose che verrebbe voglia di spegnere tutto, interpellare Dio e chiedergli i motivi di ciò che accade. Perché raccontare il dolore e provare a dargli un senso non è un “mestiere” per tutti.
Dall’altra parte, mi chiedo perché ci divertiamo a fare “tanto rumore per nulla”. Per giorni, hanno provato a mettere contro il papa emerito e papa Francesco sul celibato dei presbiteri in un derby Vaticano che appassiona soprattutto i complottisti. Per giorni, abbiamo trasformato la scivolata verbale di un presentatore in un problema nazionale. Mi riferisco alla presentazione delle co-conduttrici del Festival di Sanremo. Il ruolo della donna è svilito tutti i giorni, forse bisognerebbe spegnere i riflettori del mondo dello spettacolo per accenderli su quei mondi che ci vedono protagonisti (in primis noi maschietti) ogni giorno, a partire dalle nostre case e dall’educazione delle donne e degli uomini del domani.
In mezzo a tutto ciò, poche righe per annunciare che Francesca Di Giovanni (una donna!) è la nuova sottosegretaria della Sezione per i Rapporti con gli Stati all’interno della Segreteria di Stato Vaticana, voluta da papa Francesco (sempre lui!). Un gesto concreto, fatto sulla base di competenze specifiche. Del resto, il 1° gennaio lo stesso Francesco aveva ricordato che “la donna è donatrice e mediatrice di pace e va pienamente associata ai processi decisionali”.