Natale nella mente e nel cuore
Il bambino divino e un bambino terreno
Giunta la sera, dopo una rapida e povera cena in casa dei missionari canadesi, siamo andati a riposare qualche ora, prima della Messa di mezzanotte. Noi due italiani avremmo celebrato in latino subito dopo.
Ma io non riuscivo proprio a prendere sonno. Troppi pensieri si affollavano nella mia mente, troppi ricordi lontani, troppa nostalgia della mia famiglia, del mio paese, della mia chiesa, del suono delle campane e della musica natalizia...
Un presepio vivente
Canticchiavo piangendo “Astro del ciel, Pargol divin, mite Agnello redentor....”. Avvolto nel buio della mia disadorna stanzetta, ricordavo altri canti come “Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo.... o Dio beato, ah quanto ti costò l’avermi amato”.
Intanto, mi prese un terribile mal di pancia da non riuscire neppure a stare rannicchiato su me stesso. La causa non poteva che essere quel sorso di succo dolciastro dei datteri, e forse anche quel fumo aspirato con qualche goccia d’acqua che filtrava nicotina. Altro che “kalumè” della pace! Come la pipa degli indiani d’America, la huka è una pipa infernale, per chi non ci è abituato!
Mi alzai al buio, perché non c’era la luce elettrica e neppure la lanterna a petrolio. Scesi a tastoni come un cieco, fino al cortile... Sentivo i canti di gioia della gente, il rullo dei tamburelli, le grida festose dei ragazzi. Tanti cristiani erano venuti da lontano; la chiesa era stracolma di gente da non riuscire neppure a entrare. Ma il mal di pancia stava tornando e non mi arrischiavo di andare a celebrare. Meglio rifugiarmi in camera, sperando di non inciampare. Avrei celebrato la Messa dell’aurora, se il male mi avesse dato tregua...
Il parto a mezzanotte
A distanza di ben 44 anni, non ricordo esattamente se riuscii a celebrare. Penso di sì, ma deve essere stata una Messa veloce, forse la più veloce della mia vita. Ricordo invece molto bene che durante la notte, proprio nel mezzo della santa Messa, una donna incinta fu presa dalle doglie del parto e fu portata di corsa in sagrestia, dove mordendosi le labbra partorì un bel bambino.
Un Natale simile chi lo può dimenticare? Davvero è rimasto indelebile nella mia mente e nel mio cuore. Il più bello di tutti, un Bambino divino era sceso sulla terra, e un bambino terreno era diventato figlio di Dio. Proprio come diceva un grande santo: “Dio è diventato uomo, affinché l’uomo possa diventare Dio!”.
Quest’uomo sei tu, sono io, siamo tutti noi.