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Missionario venuto dalla politica

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Nel 2000 il periodico “Vita Nuova” della diocesi di Parma pubblicava una breve intervista a p. Giancarlo Coruzzi in occasione dell’onorificenza di cavaliere della croce consegnatagli dal primo cittadino del comune di Collecchio. Alla domanda su com’era nata la vocazione missionaria, p. Coruzzi aveva risposto: “È cominciata quando da giovane ho preso coscienza della situazione del mondo. Ho scoperto che c’era un progetto superiore su di me e ho scelto di andare dove c’erapiù bisogno di operai del vangelo…”.

Dal partito alla missione

Padre Giancarlo Coruzzi era nato a Pedrignano - Cortile San Martino di Parma il 1° aprile 1931. Era il primogenito di cinque fratelli, dei quali un altro (don Giovanni) è diventato sacerdote. Fino al 1958 aveva frequentato medie e superiori nella sua terra. Giancarlo Coruzzi, agente di commercio, aderì appena ventenne alla Democrazia Cristiana e divenne il più giovane consigliere comunale di tutta l’Emilia Romagna.

Ricevuto il consenso dei suoi genitori e del superiore generale dei saveriani p. Giovanni Castelli, partì nel settembre del 1958 per Nizza Monferrato, dove i saveriani avevano una comunità di formazione per le cosiddette “vocazioni adulte”. Ordinato sacerdote nel 1967, l’anno dopo è partito per il Brasile, rimanendovi per oltre trent’anni fino al 2000.

Gli anni della contestazione

Noi giovani studenti di teologia a Parma negli anni ’60, incontrandolo, avevamo capito subito che avrebbe avuto un futuro di pioniere missionario. Aveva la stoffa del capo, dell’organizzatore di eventi comunitari...

Tutti i tasselli dei personaggi che arricchiscono il mosaico che contempliamo nell’abside del santuario Conforti sono stati messi dai giovani teologi, assistiti da Giancarlo Coruzzi. La chiesetta che Giancarlo amava di più era alla “Navetta”, nell’Oltretorrente. Meritò più delle altre la fatica degli artisti saveriani di quegli anni, nonché dei catechisti impegnati nella formazione di quella nuova comunità urbana. Fu una vera fucina di iniziative pastorali in quegli anni infiammati da movimenti giovanili rivoluzionari che nell’autunno del 1968 riuscirono perfino a occupare il duomo di Parma.

Ricominciare è rinnovarsi

L’8 maggio 1969 p. Giancarlo è finalmente a San Paolo del Brasile per lo studio del portoghese. È subito eletto rettore della comunità, ed è il primo passo verso altri innumerevoli traguardi di pioniere di opere missionarie in terra brasiliana, tra cui l’organizzazione delle Pontificie opere missionarie.

Ogni volta che tornava in Italia per riposo, cercava di raccogliere tra amici fondi per i poveri delle sue favelas in Brasile e organizzava spedizioni di aiuti d’ogni genere per il Mozambico, dove i saveriani avevano aperto una nuova missione, in cui anche p. Coruzzi lavorò come pioniere dal 2000 al 2007.

Nel 1998, in un’intervista alla Gazzetta di Parma, diceva: “Per un missionario ricominciare è rinnovarsi; se ci fermiamo su quello che abbiamo costruito... rinunciamo all’annuncio, che è il significato vero della missione”.

Un amico e modello

Avrebbe voluto partire per la Russia e per l’Asia, raggiungere l’India, il Bangladesh e la Cina per portare la parola di Dio ai giovani delle periferie del mondo… E invece, dopo sette anni di missione in Mozambico, p. Giancarlo torna in Italia, infermo nel corpo ma ancora desideroso di spendersi per la causa del vangelo. Con grande disponibilità, dà una mano nella parrocchia del fratello don Giovanni e in altre; poi comincia a muoversi solo con la carrozzella lungo i corridoi del piano dell’infermeria per far visita agli altri confratelli malati.

Ultimamente sembrava più affaticato del solito, si era fatto più pensieroso. Si avvicinava la domenica XXXIII detta dei "talenti". Padre Giancarlo ne aveva ricevuti tanti e li aveva saputi… trafficare. Facendo memoria di questo confratello “buono e fedele”,

vogliamo gioire con lui per il tesoro della sua vita, e ringraziare il Signore per avercelo dato come modello e amico.



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