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La giornata missionaria a Treia

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Per la "fine settimana missionaria", sabato 2 marzo, la cattedrale di Treia era tutta addobbata a festa. Io rappresentavo la comunità dei saveriani di Ancona. In chiesa, sull'altare, ho messo le bandiere del Brasile, della pace e della Pjmp (Pastorale della gioventù di ambiente popolare). Sempre sull'altare ho collocato anche lo splendido mappamondo gonfiato al massimo. Sulla balaustra della chiesa ho posizionato la cartina del Brasile, il pannello grande di san Guido Conforti e quattro poster dei bambini del mondo.

La Messa missionaria

Con l'aiuto di alcune signore ho distribuito le buste missionarie per ogni posto sui banchi, l'immaginetta di san Guido Conforti e alcune copie di "Missionari Saveriani" (una per banco). Naturalmente ci ho messo anche le penne per scrivere gli indirizzi e poter così mandare il giornalino per un anno.

In fondo alla chiesa abbiamo allestito due bei tavoli con i libri, le riviste, le locandine, i poster, i fumetti per i bambini, i dossier, i rosari missionari, i libri di denuncia delle ingiustizie del mondo, le biografie del Conforti, le preghiere missionarie e saveriane. Si vedeva la gioia, stampata sui volti dei presenti.

Ma la cosa che ha colpito di più, a partire dal vangelo, è stata la testimonianza missionaria sull'annuncio e sul bene che si fa nelle venti nazioni del mondo dove i saveriani sono presenti. In particolare, ho parlato del Brasile dove ho vissuto e lavorato per 28 anni... Le Messe sono state molto animate, universali, con l'attenzione alla missione anche qui in Italia verso gli immigrati, i lontani (tanti giovani!) e i nuovi poveri. Belli sono stati i canti e gli offertori con offerte simboliche, dense di significato.

L'amore che perdona

Ma ciò che ha colpito di più è stata la testimonianza del nostro annuncio alle venti popolazioni povere del mondo. Ho raccontato di una mamma brasiliana di Guaianazes, che mi ha cercato dopo la Messa e mi ha detto: "Padre, hanno ucciso il mio giovane e unico figlio. Conosco l'assassino; la polizia non l'ha arrestato. Un giorno ho sentito bussare alla porta della mia capanna e quando ho aperto era proprio lui, il giovane omicida di mio figlio. Ho pensato che avrebbe ucciso anche me. Invece si è messo a piangere e così ho fatto anch'io. Poi mi ha chiesto perdono e io, come cristiana, dopo un istante, l'ho perdonato. È venuto un altro giorno, sporco, lacero e affamato e mi ha chiesto da mangiare: l'ho sfamato, gli ho fatto fare la doccia e gli ho dato la biancheria di mio figlio. L'ho visto raggiante di gioia.

In seguito è tornato e mi ha raccontato la sua storia di ragazzo abbandonato, rimasto senza casa, drogato, violento. Allora ho deciso di adottarlo al posto di mio figlio! Ora ti chiedo, padre, di aiutarmi a trovare un lavoro per lui...".

Giovani e gente solidale

Naturalmente mi sono emozionato davanti a tanto eroismo e ho capito come l'annuncio di Cristo possa scavare nel cuore umano rendendolo come il suo. Dopo questo racconto la gente, attenta e commossa, mi guardava come a dire che era un miracolo, non credevano fosse possibile.

Le Messe sono continuate tutto il giorno, con molto afflusso di fedeli! Alcuni giovani si sono mostrati interessati alla missione; la gente ha pregato ed è stata molto solidale. Il Signore ci parla anche oggi e ci invita a essere missionari, anche qui in Italia e verso il mondo intero.



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