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La fede degli altri dipende da te

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Siamo tutti responsabili del vangelo

I vescovi della chiesa italiana hanno lanciato il programma pastorale del primo decennio del duemila con una forte provocazione: “Comunicare il vangelo in un mondo che cambia”. Gli istituti missionari si sono incontrati in un forum ad Ariccia, nei pressi di Roma, dal 31 gennaio al 6 febbraio. Hanno riflettuto sul tema: “Missione senza confini”.

A Montesilvano (Pescara), dal 27 al 30 settembre scorso, il convegno missionario nazionale aveva per tema: “Comunione e corresponsabilità per la missione”.

A livello diocesano, la chiesa di Venezia ha vissuto un anno all’insegna del motto: “Il popolo cristiano in missione nel quotidiano”; la chiesa di Padova ha un programma pastorale dal titolo: “Credere insieme e incontrare”...

Sono solo belle frasi o riflettono una reale presa di coscienza che la fede che viviamo è veramente responsabilità di tutti?

È solo un affare di preti?

Perché proprio qui sta il punto: non posso credere solo nel segreto del mio cuore. In ogni mia scelta ci deve essere una testimonianza coerente al vangelo di Gesù. Si deve capire che io ho un modo nuovo di vedere la vita e di sperare, di mettermi in relazione con gli altri, di scegliere ciò che più mi fa uomo o donna credente. Si deve capire che io ho acquisito una maturità che mi rende capace di fare un servizio autentico e disinteressato.

Ricordo una conversazione che, molto tempo fa, ebbi con una signora, sorella di un nostro missionario. Eravamo in clima di feste natalizie e noi eravamo suoi ospiti. Commentavamo il calo di attenzione alla vita di fede che si sta vivendo anche nella nostra Italia. Tra le tante ragioni, la signora metteva in luce una certa carenza nell’educazione religiosa dei giovani da parte dei sacerdoti responsabili delle parrocchie.

Avevo interpretato quel discorso come un’offesa alla categoria, tanto che, un po’ seccato, avevo risposto che era troppo comodo continuare ad accusare noi preti di non fare abbastanza. Le dissi: “È ora che anche voi veniate incontro alle famiglie nel campo dell’educazione dei giovani”.

Cristiani tutto il giorno

Il vangelo è affare di tutti; annunciare il vangelo è responsabilità di ogni battezzato. Purtroppo si è tentati di scaricare sui sacerdoti l’incoerenza di troppi cristiani, che delegano il delicato compito della trasmissione della fede. I genitori non possono sentirsi con la coscienza a posto, solo perché portano a catechismo i bambini o li “obbligano” ad andare a Messa. I giovani dovrebbero respirare la fede negli atteggiamenti di una madre e un padre cristiani durante tutta la giornata. È il contagio della testimonianza che convince e attira.

Io ho visto la fede in mamma e papà prima ancora che nelle lezioni di catechismo del mio vecchio parroco che, effettivamente, ha inciso molto poco nella mia vita di cristiano. Quanti genitori si preoccupano che ai figli non manchi niente dei conforti della vita materiale, pensando di aver adempiuto alle proprie responsabilità.

La loro preoccupazione principale spesso è quella di accontentarli in tutto, eccetto che nell’essenziale, cioè la nostra coerenza con il vangelo, ventiquattrore su ventiquattro.

Testimoniare e comunicare la fede è compito e responsabilità di ogni credente, preti e laici. Non ci si salva da soli! Insomma, alla fine, quella signora non aveva tutti i torti; ma forse, neanch’io. Possiamo tutti fare di più e meglio.



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