L’incredibile speranza che viene dal Centrafrica
La misericordia è la sostanza, il cuore del vangelo. Noi missionarisiamo grati per questo Giubileo, che rimette al centro della missione evangelizzatrice della chiesa la misericordia, fonte di gioia, serenità e pace. Nelle nostre missioni (qui raccontiamo le celebrazioni avvenutein Centrafrica, Sierra Leone, Congo e Burundi) abbiamo aperto il Giubileo straordinario della misericordia come un tempo favorevole, una grazia. La misericordia, infatti, è l’atto supremo con il quale Dio,senza giudicare né condannare, fa il primo passo e ci viene incontroper abbracciarci con tenerezza (Lc 15). Dio risponde alla nostradebolezza con la sua pazienza e questo ci dà tanta fiducia in Lui. Ciama per quello che siamo, ci perdona e ci sprona a cambiare. Allostesso modo anche la comunità vive la misericordia “sa prenderel’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivareagli incroci delle strade per invitare gli esclusi” (EG 24).
La misericordia e la compassione fanno tanto bene non solo alla chiesa, ma anche al mondo. “Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto”. Penso che, proprio per questo motivo, papa Francesco, vincendo tante resistenze, malumori e pericoli, abbia voluto aprire il Giubileo non a Roma, ma in una “periferia del mondo”, a Bangui, in Centrafrica. Lì, infatti, c’è assoluto bisogno di pace, riconciliazione, dialogo.
Dove ci sono ferite, guerre, solitudine e disperazione, occorre spalancare le porte, non solo quelle delle cattedrali (troppo facile!), ma anche le porte del proprio cuore e della propria casa. Così hanno fatto, dando la vita, le tre saveriane: Olga, Lucia e Bernardetta. La loro abitazione, in Burundi, era luogo di ascolto e condivisione, come ci racconta p. Pulcini. Era la casa dell’accoglienza e della pace. A questo sono chiamate anche le nostre famiglie, parrocchie, città, e l’Europa tutta.