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L’Africa nel cuore di Brescia

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Incontri con un cardinale e una saveriana

I saveriani di Brescia hanno ospitato a San Cristo due incontri sull’Africa. Gli illustri relatori erano la saveriana Teresina Caffi, missionaria in Congo e già apprezzata collaboratrice di "Missionari Saveriani", e il cardinale nigeriano Francis Arinze, prefetto della congregazione per il culto pino.

  • La missionaria ha dato "voce a chi non ha voce", cioè alle donne africane. Il cardinale ha spiegato il tema del prossimo sinodo speciale: "Riconciliazione, giustizia e pace per l’Africa".

Caffi: la voce delle donne

"In Africa, la donna sembra nettamente inferiore all’uomo", ha subito esordito Teresina Caffi. Se la famiglia è in difficoltà, si preferisce che siano i maschi a studiare; l’infedeltà dell’uomo è accettata, ma non il contrario; è l’uomo che sposa, la donna è sposata; la donna lavora nei campi, oltre che in casa... E l'uomo cosa fa?

Eppure, la donna africana è sostanzialmente felice. Possiede il dono della maternità, che la rende più vicina al pino. Non ha tempo per pensare a se stessa e il suo modo di vivere a servizio del marito e dei figli è un modo per dichiarare al mondo che la vera felicità sta nel dono di sé.

In Congo, la dignità delle donne è stata spazzata via dalla guerra scoppiata nel 1996. "Le donne sono state oggetto di terribili violenze, spesso accusate di stregoneria, arse o sepolte vive. Lo stupro è stato utilizzato come mezzo strategico contro i valori della comunità. Chi ha subito violenza, prova tuttora il senso di colpa per ciò che è accaduto e tende a tacere per non essere emarginata".

A Bukavu, è nato il Centro Olame. Qui, le donne possono trovare accoglienza e il coraggio di affrontare la vita con nuova dignità. Solo il perdono può soffocare l’odio e la violenza.

Arinze: c'è da fare per tutti

Il cardinale Arinze ha illustrato in modo dettagliato la situazione della società e della chiesa in Africa, che danno segnali di vivacità. Non è mancata un’analisi degli sviluppi sociali e politici di questi ultimi anni, durante i quali una ventata di democrazia ha attraversato molti Paesi del continente. Rimangono ancora ombre, problemi e sfide da affrontare, ma la strada giusta è stata intrapresa.

Il cardinale ha affrontato anche il problema delle sette che invadono l’Africa, ma non risparmiano nessuna parte del mondo. "Bisogna capire perché i cattolici ne sono attratti: cos’è che trovano lì e non trovano in chiesa? Le sette danno spazio all’inpiduo, sono attenti alla vita delle persone sole, anziane e ammalate. E le nostre parrocchie? Spesso andiamo in chiesa, ascoltiamo e ce ne torniamo a casa! La Messa è bella, ma spesso è il prete che fa tutto..., eccetto che dare l'offerta! La chiesa cattolica deve trovare il modo per rispondere ai bisogni dell’anima umana".

Nel dibattito, sollecitato dalle domande dei presenti, il cardinale ha spiegato in modo più concreto alcuni aspetti. "Abbiamo monasteri e università, teologi ed esegeti in Sacra Scrittura. Ma la chiesa in Africa ha ancora molto da fare, se vuole portare il vangelo al centro della cultura africana".

Anche la domenica ecologica!

Il cardinale ha celebrato anche la Messa domenicale, insieme ai saveriani, e con la partecipazione di un centinaio di fedeli. Era prevista una Messa "africana" in grande stile. Ma tutta la provincia ha celebrato la "domenica ecologica" e ha bloccato i cattolici africani. Ci siamo accontentati dei nostri soliti canti, senza tamburi.

Nell’omelia, il cardinale ha espresso la sua gioia di trovarsi in un luogo dove si respira lo spirito della chiesa universale. Alcune sue battute: "È importante che noi riusciamo ad amare tutti. Chi ama gli altri è vicino a Gesù; chi non ama, non ha frequentato nemmeno l’asilo del cristianesimo. Ognuno di noi ha un compito da svolgere nella chiesa. Siamo tutti in campo; nessuno è spettatore. Non è come il calcio: 22 giocano e 22mila guardano.

Nella chiesa ognuno ha un suo ruolo speciale; non esiste la clonazione spirituale".



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