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In Albania, tra fango e sorrisi…

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A cavallo tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011 siamo stati all'altro mondo: l'Albania, così vicina e così lontana come realtà sociale, a causa della povertà che avvolge i suoi abitanti. Abbiamo raggiunto famiglie poverissime, bambini e anziani, disabili e persone sole; presso le fatiscenti abitazioni abbiamo vuotato i nostri zaini, pieni di cibo e soprattutto di affetto e solidarietà. E ogni giorno tornavamo a casa con gli zaini ancora pieni, non di cibo ma di entusiasmo, mescolato a insoddisfazione per non riuscire a fare di più.

I poveri hanno bisogno di...

Prima di partire dall'Italia abbiamo ricevuto la generosità di tanti che hanno riempito le nostre mani e il nostro cuore con ciò di cui hanno bisogno i poveri: aiuto in denaro o in cibo, e un sorriso. E i poveri non ci hanno mai fatto mancare il sorriso; neanche quelli alluvionati e infangati, che abbiamo raggiunto con barchette di fortuna o con il camion dei militari per portare loro coperte, pane e speranza.

Coltivazioni distrutte e acqua dappertutto! Purtroppo è stata alluvionata e infangata soprattutto la dignità di questi poveri, dei quali non si ha considerazione. Se c'è da aprire una diga lo si fa incuranti di ciò che succederà a loro, al loro bestiame (una mucca per famiglia) e alle loro piantagioni.

Anche questa volta abbiamo scoperto un caso molto grave: una famiglia con bambini piccoli, che ha bisogno urgente di una casa, prima che la baracca in cui vivono crolli sulla loro testa; e ci manca davvero poco!

La benedizione dei poveri

Dunque abbiamo concluso l'anno distribuendo cibo e cominciato l'anno nuovo allo stesso modo. Non potevamo terminare e iniziare meglio di così. Per noi è stata una grazia grande, e lo è stata soprattutto per i sei giovani - tra i sedici e i diciotto anni - che sono venuti con coraggio fino in Albania a condividere se stessi e la loro voglia di impegnare bene la vita, rinunciando alla festa dell'ultimo dell'anno che avrebbero potuto fare con i loro amici e parenti in Italia.

Ringraziamo tutti coloro che hanno riempito le nostre mani; lo facciamo a nome di tutti i poveri che ci hanno affidato abbondanti benedizioni, dicendo che erano "per tutti gli italiani che ci aiutano". Ringraziamo Dio per averci permesso di svolgere al meglio questa esperienza: è stato con noi e ci ha fatto compagnia. L'abbiamo scoperto negli occhi e negli sguardi dei poveri in cui Egli si nasconde e si fa trovare.



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