Il volto di Gesù nelle periferie
Goma, nel Congo orientale, è una città africana in continua evoluzione, dove però, a svilupparsi, sono soprattutto le immense periferie che si popolano ogni giorno di nuove case (baracche in legno). I villaggi nell’entroterra, sia per i numerosi pericoli, sia per l’incertezza e l’instabilità, si stanno svuotando.
Proprio in questa periferia, ho trascorso la maggior parte della missione con i miei compagni, nel quartiere di Ndosho, ospite della parrocchia di Saint François Xavier. Alla partenza la mia idea forse era ancora un po’ incerta: cosa voleva dire “chiesa in uscita”? Arrivato a Ndosho ho voluto seguire il consiglio di p. Nazareno e mi sono messo in ascolto. C’è voluto davvero poco per trovare il volto di Dio. Lì, in quel quartiere, ho incontrato Gesù più volte, tra la gente di Ndosho, tra i missionari e gli animatori, tra i miei compagni di viaggio! Sì, perché il senso della missione è questo: ritrovare Gesù nelle periferie, tra le strade che brulicano di vita, nelle baracche, con gli ammalati. Non è stato facile però. Più volte la mia mente si chiudeva in pensieri che non andavano oltre la miseria. E diventava difficile disporsi all’incontro con Gesù.
Ma anche Gesù è nato alla periferia del mondo. Si è mosso dalla periferia verso il centro, dagli emarginati verso i privilegiati. La missione inizia da Goma, perché lì ho incontrato il Signore, da lì inizia il cammino che mi porta verso l’Italia. Il senso della missione è incontrare Gesù nella periferia e portarlo nel centro della mia vita, tra le persone e nei luoghi dove vivo.
La prima volta che mi sono accorto della sua presenza è stato durante il cammino verso il villaggio di Mutaho. Due ore di cammino, poca acqua e poco cibo, ma quello che non mancava erano la musica e i tamburi per ballare e ancora tanta energia e tanta gioia. Ecco, loro sembravano proprio quel Gesù che si muove in luoghi difficili da raggiungere. I giovani e gli adulti, insieme con i missionari e i bambini di ogni angolo del quartiere, sono i protagonisti della mia missione e di loro voglio raccontare a chi mi chiede del Congo.