Il sorriso è una cosa seria…
All’incontro con i “senza fissa-dimora” di fine settembre eravamo una quindicina. Abbiamo cominciato l'incontro con la lettura di un testo. “Donare un sorriso rende felice il cuore, arricchisce chi lo riceve e chi lo dona. Non dura che un istante, ma il suo ricordo rimane a lungo. Nessuno è così contento da poterne fare a meno, né così triste da non poterlo donare. Il sorriso crea gioia in famiglia, dà sostegno nel lavoro ed è segno tangibile di amicizia. Un sorriso dona sollievo a chi è stanco, rinnova il coraggio nelle difficoltà, è medicina nella sofferenza. Se incontri chi non te lo offre, sii generoso e porgigli il tuo, anche se sei tu stesso giù di morale: nessuno ha tanto bisogno di un sorriso come colui che non te lo sa dare.
Testa, braccia e cuore per amare
Dopo la lettura ho pensato che “era il solito sermoncino sentimentale”, ma quando i presenti hanno cominciato a parlare mi sono commosso per la saggezza dei poveri. Chi non sorride è il più povero. L'indifferenza uccide. Quando sorridi e l'altro non ti corrisponde ti chiedi: "Ma cosa gli ho fatto?". C'è la paura del diverso, dello sconosciuto. Un sorriso apre tutte le porte, scioglie le durezze. È peggio essere poveri dentro che poveri materiali. Il duro rivela di essere cattivo e infelice, anche senza volere. Il benessere materiale è necessario, ma siamo fatti di testa, cuore e braccia per amare.
Una persona falsa e chiusa genera negli altri una reazione negativa a cui bisogna però reagire. Sorridere all'altro implica aiutarlo a qualsiasi ora. Il sorriso porta il buon umore, l'arte di far ridere è preziosa.
Antropologia della strada
Il sorriso sincero passa qualcosa di bello. Dopo un litigio, il sorriso ristabilisce la comunione. È contagioso, manda avanti con ottimismo, è scintilla che scioglie il ghiaccio e fa cambiare l'umore. Chi sorride si sente amato. Non serve il sorriso forzato, falso, vale se è spontaneo e gratuito. È un dono, anche quando è incompreso e rifiutato. Nell'offesa ricevuta il sorriso è perdono, la gentilezza ci fa bene.
Tanti pregiudizi ci rendono difficile sorridere all'altro: la nazionalità, il colore della pelle, l'abito, l'età, l'apparenza, il prestigio o la disperazione in volto.
Altro che lezioni di antropologia! I sofferenti della strada hanno la saggezza e la sapienza divina. Il sorriso ha lo stesso valore per tutti. Ho ringraziato gli amici per quanto, nell'arco di un'ora, mi hanno insegnato.