Il lungo rito della sepoltura tra gli Akha
Dopo il nostro arrivo, in una settimana sono morti tre anziani. Nella tradizione Akha, la salma viene tenuta in casa per tre giorni e i conoscenti partecipano al lutto portando frutta, verdura, bibite (e alcoolici) e anche soldi, per contribuire alle spese del funerale, che sono consistenti.
La famiglia del defunto, infatti, deve offrire da mangiare a tutti coloro che vengono a fare le condoglianze e a pregare per il defunto. Il primo giorno c’è carne di maiale, il secondo giorno carne di mucca e il terzo giorno carne di bufalo. Anche di notte ci sono parenti e amici che rimangono nella casa del defunto a vegliare - chiacchierando amabilmente, giocando a carte o a dadi e, naturalmente, bevendo e mangiando in compagnia - per impedire che lo spirito del morto venga a combinare qualche brutto scherzo.
Il terzo giorno si fa il funerale, seguito dall’ultimo pasto offerto dalla famiglia del defunto. Quando ci siamo resi conto che molta gente si radunava nelle case dei defunti, abbiamo pensato di celebrare la Messa feriale nelle case: un’iniziativa gradita da tutti.
Uno dei defunti era un anziano nostro vicino di casa, il primo a diventare cattolico in questo villaggio. Invece dei tre giorni normali, questa volta ce ne sono voluti cinque, perché per Saam - così si chiama il defunto - è stata preparata una cassa speciale, a forma di canoa, intagliata dal tronco di un grosso albero tagliato per l'occasione.
Abbiamo avuto anche diversi battesimi: 12 bambini e 13 anziani, che si stavano preparando al battesimo, e un paio di matrimoni di coppie anziane, già insieme da molti anni, ma che non avevano ancora ricevuto il sacramento. Avreste dovuto vedere la gioia di quegli anziani neo-battezzati o neo-sposati!