Il lavoro al centro di ogni progetto
Abbiamo riflettuto sul tema della 48ª Settimana sociale di Cagliari (ottobre 2017) “Per un lavoro libero, partecipativo e solidale, creativo”, nel biennio della pastorale cristiani adulti e cittadini responsabili. Il vicepresidente dell’Azione Cattolica Italiana, Giuseppe Notarstefano di Palermo, ci ha ricordato le proposte fatte al Governo italiano e all’Unione europea a fine settembre 2017.
Per Paolo VI viviamo il paradosso che il cristianesimo non è accolto dal mondo, ma il mondo ha bisogno del cristianesimo. Siamo nel tunnel della crisi del benessere economico, da cui è difficile uscire senza una narrazione realistica e sociale. Infatti, 400 aziende italiane hanno posto al centro l’uomo, non il profitto. Il progetto, positivo e faticoso, nella globalizzazione e delocalizzazione industriale è iniziato con le associazioni cattoliche orientate alla persona. È importante costruire e ricucire il capitale civico stando assieme, attraverso la mediazione culturale tra il lavoro e l’ambiente. Vanno avanzate proposte per il territorio nella discussione politica, nell’informazione nazionale ed europea, cioè tra Roma e Bruxelles, nell’innovazione della micro-industria e negli investimenti finanziari. La tecnocrazia sembra dominante per risolvere con l’assistenzialismo, ma non con il nuovo welfare della cura personale. Dobbiamo rivitalizzare le megastrutture con i cantieri sociali.
Nella narrazione positiva l’uomo è ancora capace di fare il bene, e dare fiducia all’economia dell’esistenza e non al profitto. Si esce dalla crisi del debito pubblico con una nuova economia, dibattiti reali sul lavoro, politica, assistenza. Il problema del lavoro è al primo posto, con la formazione scolastica universitaria e l’apprendistato per nuove professioni. Scegliamo il lavoro che vogliamo fare per la famiglia, la persona, i giovani, i migranti, i disagiati.