“Gesù è sempre al mio fianco”
Sono trascorsi sessant’anni da quando ho ricevuto l’ordinazione presbiterale. Era il 16 ottobre 1960. Dio mi ha scelto, mi ha chiamato e inviato ad annunciare il Vangelo in questa terra benedetta dell’Amazzonia Brasiliana. Ed ora “guai a me se non evangelizzo!”. Uno dei più grandi favori che Dio può fare a noi umani è chiamarci a seguirlo e a diventare pastori del suo gregge.
Un buon pastore è chiamato a prendersi cura delle pecore del gregge di Dio, per amarle, difenderle, aiutarle, nutrirle, curarle in tutte le circostanze. Dio ha voluto scegliere anche me per essere un buon pastore, la cui principale missione è annunciare il Vangelo di Gesù con parole e azioni, con la vita e l’esempio.
Il presbitero è lo sposo della Chiesa di Gesù Cristo, è l’intercessore tra Dio e gli uomini, per far loro conoscere, adorare, servire, temere e amare Dio. Per questo il “missionario” è “inviato” a prendersi cura delle pecorelle che Dio gli ha affidato.
Ho lasciato la mia famiglia, la mia patria, con parenti e amici, e sono venuto per essere un buon pastore di questa terra d’Amazzonia, che Dio mi ha affidato! Da oltre 56 anni le dedico tutta la mia vita e le mie energie. Ho dedicato molto tempo alle confessioni, alla predicazione e alla visita alle famiglie. Sempre collaborando con Dio all’opera di salvezza.
Naturalmente, non nego d’avere i miei difetti, ma ho sempre cercato d’essere un buon pastore delle anime. Grazie a Dio, posso contare su molti amici. Con molta umiltà, ho cercato di illuminare il cammino di chi si trova nelle tenebre e all’ombra della morte. Ho cercato di ricondurre sul buon cammino i peccatori, dando forza ai deboli, consolando gli afflitti, indicando sempre il cammino di Gesù.
Non mancano le difficoltà, ma Lui sta al mio fianco, come ha promesso, e mi dona forza per resistere e caricare la mia croce d’ogni giorno.
Una di queste croci è stato dover affidare a Dio, p. Francisco Moraes che, domenica 15 novembre, il Covid-19 ha strappato alla vita. È stato studente saveriano in Brasile e nella Teologia di Parma. Poi, ha continuato il suo cammino come presbitero nella diocesi di Abaetetuba.
Qui era, tra l’altro, incaricato di seguire il processo di beatificazione del vescovo saveriano mons. Angelo Frosi. Continuiamo a pregare per Francisco, la sua famiglia e le numerose vittime da Coronavirus nel mondo intero.
Da parte mia, dico Grazie a Gesù per i miei sessant’anni di sacerdozio e di vita missionaria! Perdona le mie debolezze e rimani sempre al mio fianco, dandomi forza e perseveranza, fino a quando vorrai chiamarmi a rendere conto del mio cammino! Con San Paolo, ripeto: “Guai a me se non annuncio il Vangelo!”.