Echi del 50°: A Salerno, missive più veloci di un’e-mail
Dai ricordi di padre Aurelio Cannizzaro che scrive a mons. Demetrio Moscato, arcivescovo di Salerno, l'11 febbraio 1947.
Eccellenza Reverendissima, essendosi affacciata la possibilità per la nostra Pia Società di S. Francesco Saverio per le Missioni Estere dell'acquisto di un fabbricato in Salerno (proprietà D'Amato - Via Tasso), prima di venire all'eventuale stipulo, per incarico dei superiori, domando se l'Eccellenza Vostra ha piacere che si apra una nostra casa nella sua città.
Il detto fabbricato, dopo lo sloggio degli attuali inquilini e i debiti lavori di restauro e adattamento, intenderemmo adibirlo per il reclutamento e la formazione ginnasiale di vocazioni missionarie di qualunque parte dell'Italia Meridionale.
Inutile dire che, in quanto è compatibile con il nostro fine, i padri addetti alla casa, all'occorrenza si presteranno in aiuto ai parroci.
Fiduciosi nel desiderato assenso, ringraziando anche a nome di tutti i miei superiori, mi chino al bacio del sacro anello. Dev.mo figlio in Gesù Cristo,
p. Aurelio Cannizzaro, sx.
Mons. Arcivescovo risponde il giorno stesso.
"Udito il Rev.mo Capitolo Metropolitano, volentieri consentiamo che si apra a Salerno una casa di formazione per conto della Pia Società di S. Francesco Saverio per le Missioni Estere, servatis de jure servandis.
L'Arcivescovo Primate + Demetrio Moscato.
- Registrato fol. 239 V.2-11 - il cancelliere arcivescovile: Can. Aniello Natella