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È arrivato l'ottobre missionario

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Ottobre è il mese che la chiesa dedica alla riflessione per un rinnovato impegno missionario. Impegno che è di ogni battezzato, anche se con modi diversi. Ce lo ricordano papa Francesco, il vescovo di Alghero mons. Mauro Morfino e p. Mario Mula. Ecco alcuni spunti.

Sentire Gesù vivo

Nel messaggio per la Giornata missionaria mondiale 2015 (che si celebra domenica 18 ottobre) papa Francesco afferma: “La dimensione missionaria è intrinseca anche a ogni forma di vita consacrata e non può essere trascurata senza lasciare un vuoto che sfigura il carisma.

La missione non è proselitismo o pura strategia; la missione fa parte della grammatica della fede, è qualcosa d’imprescindibile per chi si pone in ascolto della voce dello Spirito.

Chi segue Cristo non può che diventare missionario, e sa che Gesù cammina con lui, parla con lui, respira con lui. Sente Gesù vivo insieme con lui nel mezzo dell’impegno missionario” (Evangelii gaudium, 266).

L’eredità da accogliere

Sulla stessa linea è anche mons. Mauro Morfino. Nel suo saluto ai saveriani di Macomer il 27 giugno scorso, ha detto: “Nel vangelo si dice che Gesù è passato facendo del bene a tutti; così la comunità saveriana ha guardato tutti senza distinzione. Ma certamente un occhio di predilezione è stato dato ai volti giovani di questa zona. Quanti studenti qui sono stati formati umanamente e cristianamente, hanno aderito in modo anche personale a vocazioni di particolare consacrazione! Ecco, tutto questo è un’eredità da accogliere. Nessuno si senta deresponsabilizzato da questo cambio. L’immenso grazie per la comunità saveriana si deve declinare nel risveglio della comunità cristiana, per poter continuare la testimonianza del vangelo a tutti, soprattutto alle realtà più povere, ai giovani...

Grazie a tutti coloro che qui hanno faticato, insieme a questi nostri fratelli, sperato, progettato la loro esistenza, che da qui sono anche partiti. Tutto questo mondo di bene, di decenni di una presenza stabile, affettuosa, impegnata, sacrificata, è uno dei segni grandi dell'amore gratuito del Signore.

Non buttiamo via questa eccedenza dell'amore, non buttiamo via la grazia!”.

Una lunga lista di nomi e di volti

L’annuncio del vangelo, cioè la missione, è affidata a tutti; si tratta di persone che hanno un nome e un volto. Li ha ricordati p. Mario Mula, vicario generale dei saveriani.

“È d’obbligo ricordare i saveriani che hanno dato tempo, energie, preghiere e sofferenze, perché il progetto saveriano si consolidasse: Pasquale Stocco, Ildo Chiari, Giuseppe Morandi, Isaia Vidale, Narciso Guerrini, Sandro Sacchetti, Simone Vavassori, Ezio Marangoni, Zio Albino, Antonio Aliprandi, Nando Mencarelli, Ernesto Luvié, Mario Pulcini, Filiberto Corvini, Virginio Simoncelli, Giuseppe Marzarotto, Gino Masseroni e tanti altri! Come spesso succedeva, sono arrivati in Sardegna piangendo e poi sono andati via… piangendo!

Macomer rimaneva per noi saveriani sardi un punto di riferimento essenziale, anche se eravamo lontani. Lo consideravamo un po’ il vivaio delle vocazioni sarde. A tutti i saveriani sardi riserviamo nel nostro ricordo un posto speciale: Angelo Lampis e Giovanni Picci, che hanno aperto il cammino per la nostra presenza in Sardegna; Antonio Ibba, Walter Giua, Edmondo Lamanna, Giovanni Pes, il martire Tore Deiana, Peppino Mattu, Ivaldo Casula, Dorio Mascia...

Ma anche altri ci rallegrano con la loro presenza, avendo dedicato alla comunità di Macomer sudori e lacrime: Pinuccio Ibba, prima assistente dei ragazzi e poi economo; Giuseppe Scintu, muratore, imbianchino e fac-totum, Luigi Caria, Guglielmo Saderi, Ezio Meloni, Gabriele Spiga, Tore Marongiu, Gigi Pinna, Andrea, Rossi, Alex Brai…

Una carrellata molto incompleta; ma tutti sono nel ricordo affettuoso di tutti noi”.



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