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''Cosa puoi fare tu per la chiesa?''

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Caro direttore, sono l'ufficiale che nel 1995 riportò a casa le sette suore saveriane rapite in Sierra Leone. Ero molto amico di padre Vittorino Mosele. La notizia della sua morte è per me molto dolorosa. Ho passato 53 giorni con lui: ci vedevamo tutti i giorni a Pamelap, nei pressi della sua missione. Era sempre una gioia incontrarlo e lui era felice di vedermi, anche perché gli consentivo di telefonare con il mio satellitare ad amici e benefattori.

Quando, qualche anno dopo (settembre 2000), è stato lui a essere catturato, ci siamo rivisti al suo rientro in Italia ed è stato a cena a casa mia. La moglie e i figli sono rimasti impressionati dalla sua bontà e dolcezza. È stato un uomo e un sacerdote verso il quale ho sempre avuto la massima stima, ammirazione e affetto. Lo porterò sempre nel cuore.

Riccardo Fantozzi, via E-mail.


Caro direttore,

come ufficiale della Marina, ho visitato i luoghi in cui voi operate nelle vostre missioni. Scrivo riferendomi al titolo dell'editoriale in prima pagina di agosto/settembre: "Una chiesa povera e libera". E penso al vostro operato inerme e semplice, come agnelli tra i lupi, in terre martoriate, dove Dio si è dimenticato della loro esistenza.

Sono ateo; mi sono discostato dalla fede cristiana non per partito preso, ma per una ragione scientifica oltre che naturale. Per duemila anni la chiesa ha predicato opere di misericordia, ma in realtà ha fatto l'opposto: dalle guerre sante alle azioni punitive contro gli eretici, fino ai giorni nostri con lo scandalo della banca Ambrosiana...

Sbagliare è umano, ma ripetere gli stessi errori, per nascondere l'avidità del potere, è da sciocchi. E la chiesa sembra perseguire, come tutti, gli stessi errori... Allora mi chiedo: se abbiamo bisogno di una guida, questa non possiamo trovarla nella chiesa. Un saluto, con affetto e profonda sincerità, vostro,

Enzo, Massa Lubrense (NA) - via E-mail.


Cari amici,
le due lettere di Riccardo ed Enzo sono molto diverse - nei toni e nei contenuti - anche se le accomuna la stima e l'affetto per i missionari, che cercano di servire l'umanità nello spirito del vangelo di Gesù. Evidentemente, ognuno di noi porta dentro un'esperienza di vita che orienta anche il nostro pensare e operare, e anche le nostre scelte di ragione e di fede.

Sbagliamo tutti, è vero; ma nel mondo c'è anche tanto bene: dobbiamo saperlo vedere e riconoscere! Così pure la chiesa, comunità di peccatori e di santi: ha sempre bisogno di misericordia e di conversione, confrontandosi con Cristo e il suo vangelo.

Vorrei qui ripetere la domanda del compianto card. Martini, al termine della sua ultima intervista: "Ho una domanda per te: Che cosa puoi fare tu per la chiesa?". È una domanda importante, anche perché - è il caso di ricordarcelo - la chiesa (e l'umanità) migliora o peggiora con noi!

Con affetto sincero, vostro, p. Marcello, sx.



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