Chi c'è dietro a tutto questo?
Caro direttore, questa crisi sembra non risparmi nessuno, a parte alcune categorie certamente ricche, che tra l'altro sembrano intoccabili. In un passato numero di "Missionari Saveriani" leggevo (scritto proprio dal "direttore") che questa crisi la dovrebbe pagare (giustamente) chi l'ha causata. Ma chi l'ha provocata? Chi c'è dietro a tutto ciò? Domande che io continuo a pormi e alle quali non ho dato ancora risposta. Sembra che dipendiamo da un virus letale nato da chi o cosa, di cui non si conosce l'identità.
È bene risvegliare la nostra mente, consapevoli della realtà di vita di popoli e regioni povere, come raccontano i nostri missionari. Possiamo così confrontarci con i fratelli più bisognosi e comprendere meglio le parole "crisi ed equità", in prima pagina sui nostri giornali e telegiornali. Io spero vivamente che il termine "equità" non sia una semplice parola di moda, che passa e si rivela vana, ma sia applicata ed efficace per rendere la vita di ognuno di noi umanamente dignitosa.
- Michele - Bassano del Grappa (VI).
Carissimi,
ringrazio Michele, perché ha saputo dare voce a sentimenti e pensieri, a preoccupazioni e domande che inquietano le vite di molti. Anch'io personalmente penso ogni giorno a questa importante questione e alla drammatica situazione che le nostre società occidentali - fino a poco tempo fa così sicure e forti - si trovano ora a fronteggiare con estrema debolezza.
Devo confessare che mi trovo disorientato e, più che risposte, anch'io mi faccio tante domande, a volte rivestite di rabbia. C'è un discorso da fare sulla tanta decantata globalizzazione, che avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi del mondo povero. Dove sono l'Onu, la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale, che hanno tanto declamato le teorie della salvezza universale? Dove è andata a finire la famosa cooperazione internazionale, mai realmente decollata e ormai ridotta a zero?
Come missionari, abbiamo tante volte denunciato le "lobby mafiose" dei potenti, lo sfruttamento delle materie prime e dei minerali letteralmente "rubati" alle nazioni povere, la morsa del debito estero che rende schiavi i paesi impoveriti, la speculazione da identificare e tassare, la trappola della corruzione internazionale e il commercio delle armi... Da tutto questo è nato quel "virus letale", di cui ben conosciamo la provenienza e l'identità, ma del quale non abbiamo più la forza di liberarci, perché ha attaccato anche i nostri migliori programmi di "antivirus".
So bene che la missione non è fuori dal mondo, ma per la sua salvezza. Perciò immagino che abbia qualcosa da dire e da proporre, da annunciare e da promuovere. Sento, ad esempio, che ogni discussione è vuota di senso; che ogni denuncia si vanifica nella ricerca di un rimedio magico, che non esiste. Ma nel silenzio della preghiera, sento risuonare nella mente le parole di Cristo: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo" (Mc 1,15).
Spero di dedicare più spazio a questo "affare" in un prossimo numero. Intanto, non perdiamo la speranza. Vostro, p. Marcello, sx.