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Ceuta, un viaggio di speranza

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Dal 1° al 13 agosto, Giacomo Cetraro, giovane di "Mission possible", Francesca di Portogruaro (VE) e io siamo stati in quel lembo di Spagna in territorio africano, a sud dello stretto di Gibilterra, che è Ceuta. Questa città, conquistata dal Portogallo nel 1430 e poi ceduta alla Spagna, è formata per metà da europei (spagnoli) e metà da arabi. Anche i numeri degli islamici e dei cristiani hanno le stesse dimensioni. Ci sono anche minoranze giudee (la comunità più antica) e hindu (da settanta anni circa).

Servizio e ascolto

Qui si è svolto il campo giovanile missionario con i migranti, organizzato dai saveriani della Spagna e da due francescane missionarie, oltre a me e altri otto giovani. È stato molto bello. Sono state due settimane di servizio (artigianato, musica, giochi), ascolto e apprendistato con i migranti, provenienti soprattutto dall’Africa sub-sahariana e centro-occidentale, tra cui molti guineani e camerunesi, ma anche marocchini, algerini, perfino un siriano-arameo cristiano di nome Giorgio.

All'inizio dell'esperienza siamo stati in casa per incontri e vedere alcuni filmati sulla realtà dei luoghi di provenienza, su conflitti e persecuzioni, su minacce e pericoli che costringono tante persone a fuggire; e poi, i duri viaggi in mezzo al deserto con il rischio di rapine, pagamenti esosi, tratte, corruzioni, pericoli e morte, fino all’approdo in Marocco, sulle coste vicine a Ceuta.

Le religioni per la pace

Con barche o a nuoto, di nascosto arrivano a Ceuta, dove sono accolti nel centro d'accoglienza (CETI), prima di entrare nella penisola spagnola. Qui devono aspettare a lungo, anche se il centro è abbastanza ordinato. Ci sono strutture e servizi, ma la solitudine, gli incubi, la tristezza e la disperazione assalgono chi passa da lì. Alcuni di questi fratelli e sorelle venivano a casa nostra, altri andavamo a trovarli nel CETI per fare amicizia, insieme a due giovani spagnoli, Laura e Francisco.

Ma missione è anche testimoniare la presenza di Gesù nelle comunità religiose non cristiane.

Perciò siamo stati ospiti e alunni dei leader religiosi cristiani, giudei, islamici, hindu... Abbiamo visto il bello delle altre fedi e religioni, la loro gentilezza, carità e accoglienza. La comunità islamica ha una specie di "Caritas" per chiunque abbia bisogno.

Insomma, grazie ai missionari e giovani spagnoli, abbiamo vissuto una bella esperienza di Dio nei volti di tanti amici e popoli del mondo intero. Tutti uniti per la pace!



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