Buon Natale e felice 2019!
È l’augurio che vorrei sincero e che corre veloce di bocca in bocca. Si corre troppo, dicono gli anziani. “Finalmente - dicono i piccoli - è in arrivo la nostra festa!”. Grandi e piccoli compiono un grave errore. Riducono il Natale a un’occasione per riflettere sul tempo che passa e per altri si rinnova la speranza di circondarsi di doni. Per i non credenti è la festa dei bambini.
Il bambino è l’espressione umana e più significativa dell’amore; dona gioia, simpatia, apre ogni viso al sorriso. Ama tutti. Per questo Gesù ha detto che “di essi è il regno dei Cieli” e che dobbiamo diventare come loro. Per tutti, il Natale rimane un avvenimento che determina il tempo nella storia dell’umanità e della sua salvezza. Lo celebreranno i missionari nelle foreste, nelle periferie delle città, nei piccoli ospedali, nelle chiese minacciate, sulle strade, sotto le macerie. Qualcuno si scandalizza per le luci e lo spreco di elettricità. Perchè tutte queste manifestazioni di festa? Noi celebriamo la nascita di Gesù, che si è fatto uomo per salvarci e dare senso alla vita, quello di raggiungere Dio nella felicità eterna. Ḕ il più grande avvenimento della storia dell’universo. Ḕ faticoso far comprendere la verità, ma dispensa gioia celebrarne la realtà.
Vorremmo augurare un felice 2019 nuovo a tutte le persone, ma la mente, scorrendo tutti i continenti della terra, non scorge che massacri, guerre e violenze, che continueranno a distruggere la vita e le opere umane. Unanime è il grido: “Basta!”. Ma il male continuerà il suo cammino di distruzione. Mi si chiede: “Dio, dov’è?”. Giovanni Paolo II parlò del “silenzio di Dio”. Dio si è ritirato lasciando all’uomo fattosi dio la cura della natura. Forse in questo senso, Dio è morto, si è estraniato dal mondo creato e amato, perchè l’uomo, nella sua insipienza, pensa di esserne il padrone. Gesù ci dice: “Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri, come io ha amato voi” (Gv.13,34-35). Auguri per un anno di pace, che è Cristo.