Brasile: São Félix do Xingu, Una parrocchia missionaria
I tre obiettivi pastorali più importanti
Quello che caratterizza la presenza e l’attività dei saveriani in questa missione è il grande sforzo di difendere i diritti umani, soprattutto dei contadini e dei più poveri, accompagnare le comunità e formare nuovi animatori. Ci preoccupiamo naturalmente anche dell’auto-mantenimento, del lavoro con i minori, delle famiglie e dei giovani.
La missione dei saveriani
Siamo in due a svolgere queste attività: p. Paolo Gallo e io, con l’aiuto di due suore brasiliane. Per fortuna ci sono tantissimi animatori che cercano di portare avanti l’annuncio del regno di Dio in tutta questa vasta regione. La parrocchia è estesa per più di 350 chilometri lungo i quali vivono una cinquantina di comunità.
Nell’ultima assemblea parrocchiale, che si è svolta a dicembre, hanno partecipato circa ottanta persone. Ci siamo radunati per ripensare, valutare e programmare la vita delle comunità e della parrocchia. Insieme abbiamo deciso tre cose su cui insistere nell’attività pastorale durante quest’anno.
Formazione, contributi…
Al primo posto c’è la formazione, perché la gente sente il bisogno di conoscere la bibbia, la realtà che li circonda, le problematiche esistenti e come riuscire a risolverle. Una seconda esigenza fondamentale è rappresentata dal décimo, una specie di tassa ecclesiale che le famiglie cristiane si impegnano a pagare.
In tal modo la gente si impegna a collaborare nella manutenzione delle proprie comunità e della parrocchia. Se dovessimo pagare la segretaria, il sacrestano, la guardia notturna, le riparazioni della jeep per i viaggi missionari… andremmo completamente in rosso. La gente è cosciente di questo e quindi si cercherà di stimolare ancor più le comunità affinché riescano a diventare sempre più autonome anche finanziariamente.
… e accoglienza
Il terzo obiettivo è l’accoglienza. La popolazione di questa regione è ancora in cerca di un futuro, di una sicurezza, di una terra, di un lavoro stabile. Quindi con molta facilità si sposta da una regione ad un’altra, da una città all’altra, per vedere se può riuscire a sopravvivere in qualche modo.
Ecco allora l’importanza di saper accogliere, visitare, incontrare, contattare queste persone e famiglie perché si sentano bene accette da qualcuno che dia loro fiducia e speranza. Qui il missionario deve reinventare la sua “professione”; deve riuscire ad usare tutta la sua fantasia e creatività.
Per il resto, Dio ci viene in aiuto attraverso tanti amici che amano i missionari e la missione. Quindi, un grazie a tutti voi!