Brasile: São Félix do Xingu
Nell’immensa foresta amazzonica
Padre Matteo Antonello, saveriano vicentino, ci racconta la storia di ieri e di oggi della missione di São Félix do Xingu, in Amazzonia, dove lui è missionario.
La zona dove sono missionario prende il nome da un santo e da un fiume: il santo è Felice (in portoghese, São Félix) e il fiume si chiama Xingu.
Un santo dalle nobili origini
San Felice (1127-1212) è un santo francese, di dinastia reale. È conosciuto anche come san Felice di Valois. Ancora giovane lasciò la ricchezza della corte e fondò una congregazione, insieme a san Giovanni da Mata, per liberare i cristiani fatti prigionieri dai mori, che all’epoca occupavano il mare Mediterraneo.
Con lo scopo di difendere i cercatori di caucciù dagli attacchi degli indio, il colonnello Tancredo Martins Jorge, padrone del commercio di caucciù nell’Alto Xingu, portò lì l’immagine del santo nel 1900. Il santo di Valois è diventato São Félix do Xingu, e da lui prende il nome questa città. La festa in suo onore si celebra il 20 novembre.
Il fiume con due nomi
Xingu è la denominazione del maestoso fiume Tuyá (1.200 chilometri di lunghezza), che significa “Fiume della Solitudine”. Nel sec. XVII gli esploratori cambiarono il nome originario in Xingu, ovvero “casa di Dio”, per la bellezza del paesaggio che lo circonda.
Il fiume è un affluente di destra del Rio delle Amazzoni ed è famoso perché rappresenta il confine con la terra indigena, martoriata da tante violenze, dall’inizio della colonizzazione fino a oggi.
Una storia di “vai e vieni”
Nella piccola biblioteca parrocchiale esiste un libretto dal titolo: “San Felice dello Xingu, una storia di vai e vieni”, che già fa capire la caratteristica di questa popolazione. Ancora oggi la regione sta attraversando vari problemi di trasformazione culturale, economica e religiosa, a causa delle grandi migrazioni interne e delle invasioni di terra.
La presenza della chiesa
La chiesa ha cominciato il suo lavoro in questa regione con i domenicani, tra il 1930 e il 1935. In seguito, sono stati i missionari del preziosissimo Sangue ad accompagnare l’evangelizzazione di questa gente, con particolare attenzione agli indio, che qui vivevano e vivono tuttora.
I missionari saveriani sono stati invitati a cominciare a lavorare in questa missione con residenza fissa nel 1975, mentre prima le visite si tenevano due o tre volte l’anno, via fiume, provenendo dalla missione di Altamira.
Come in un far west
La sede della prelatura (diocesi) dello Xingu si trova ad Altamira, distante da São Félix circa 1.000 chilometri, di cui 700 di strada non asfaltata. È impossibile percorrerla nel tempo delle piogge. Per questo varie volte raggiungo Belém e poi prendo l’aereo per arrivare ad Altamira.
La cittadina di São Félix ha ufficialmente circa 12.000 abitanti, ma il comune arriva a 45.000 abitanti, sparsi in un territorio di 86.000 chilometri quadrati. In questi anni la regione si è notevolmente sviluppata nell’allevamento e nella coltivazione. Sembra proprio di essere nei vecchi film di far west: ci sono i pionieri che entrano nella foresta per avere un pezzo di terra per sopravvivere; ma spesso ci sono persone senza scrupoli che occupano grandissimi appezzamenti e poi li vendono.
Tutto questo comporta disboscamenti e incendi continui, che danneggiano l’equilibrio ecologico della zona.