Arrivederci, Francesco
Insieme, continuiamo il nostro cammino
Vi confesso che ho vissuto un bell’anno giubilare in compagnia di Francesco Saverio. Non so se anche voi avete avuto le stesse emozioni di fronte a questo grande modello di santità e di umanità missionaria.
Ne abbiamo parlato spesso durante quest’anno: con frequenti articoli e riflessioni; con notizie su iniziative in tante parti del mondo; con le rubriche mensili “Anno Saveriano” di p. Ceresoli e “Francesco Saverio” di p. Tosolini; con il calendario saveriano che ci ha accompagnato per tutto il 2006.
Padre Fabrizio Tosolini, dalla missione di Taiwan, ha fatto giungere questo bel messaggio a tutti i lettori, dopo averci ispirato per due anni consecutivi (2005-2006) con le sue riflessioni e provocazioni nella rubrica Scuola di missione: Appunti di spiritualità missionaria”, a pagina tre. Vi trasmettiamo il suo messaggio per intero.
“Dopo essere stati insieme per due anni, continuiamo ognuno la sua strada al servizio di Dio, cercando di avere la stessa anima... missionaria.
A volte il tempo che passa diventa anche tempo della memoria. Il ricordo ci riporta davanti fatti, esperienze e persone, con le quali ci pare e ci piace dialogare ancora, per attimi che sembrano troppo brevi. Poi tutto torna a scorrere, ma quei momenti ci hanno dato qualcosa di speciale: tutto acquista nuovo spessore. Così è per noi ora, mentre lasciamo Francesco Saverio, o ci pare di lasciarlo, tirati dalla vita a volgere altrove il nostro sguardo.
Ci piace però riguardare un’ultima tua foto: rivederti ancora solo su quell’isola, afferrato dalla morte e dai tuoi ideali, come del resto eri stato sempre, nei tuoi giorni della missione in Oriente. Ma chissà, forse ci piace ancora di più rivederti in mezzo alle città e ai villaggi, in mezzo alle tante persone che ti vedevano e venivano a trovarti.
Un “compagno di Gesù” che ha conosciuto bene il Saverio a Goa, in India, ha scritto: «Andava quasi sempre con gli occhi rivolti al cielo, nella vista del quale dicono che trovasse particolare gioia e conforto e, perciò, camminava con il volto così gioioso e acceso da causare grande letizia in tutti quelli che lo vedevano. E qualche volta accadde che alcuni fratelli fossero tristi e che, per tornare a essere lieti, prendessero l’espediente di andare a vederlo e, poi, alla sua presenza si sentivano infiammati».
Tacitamente, ci mettiamo in fila anche noi, mendicanti di senso; speriamo di continuare a trovare consolazione al tuo ricordo, alla tua presenza. Arrivederci, Francesco!” (p. Fabrizio).
Ringrazio di cuore i numerosi lettori e lettrici - laici, sacerdoti e missionari - che per telefono, lettera, posta elettronica e a viva voce hanno voluto condividere il loro pensiero sulla mia “lettera” al nostro amato papa Benedetto XVI, pubblicata su questa pagina nel numero di ottobre. Sono stati davvero tanti, in accordo e in disaccordo. Ma è sempre bello e importante esprimersi e condividere la propria anima. Infatti, non si tratta di semplici “opinioni”, ma di “convinzioni” profonde, che tutti esprimiamo in fraternità.