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2007, un anno con il Conforti

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Per viverne la spiritualità ogni giorno

Carissimi, qui dentro trovate un piccolo regalo, che vale per tutto l’anno nuovo. Nel 2006 ci siamo ispirati al grande missionario san Francesco Saverio. Per il 2007 vorremmo farci guidare da un altro santo che, ispirato dal Saverio, ha vissuto profondamente la missione: mons. Guido Conforti. Abbiamo cambiato un po’ la struttura del calendario: meno spazio alla fotografia e più spazio ai giorni.

È una proposta. La vita è “un dono da donare”.

L’abbiamo ricevuta senza saperlo. Ora che l’abbiamo, dobbiamo essere capaci di donarla agli altri. Consapevolmente, giorno dopo giorno.

Il beato Conforti, come tutti i nostri santi, era consapevole di questo misterioso scambio vitale: donando la vita continuiamo a riceverla, fino alla pienezza. Mi viene in mente la domanda provocante di Tagore: come puoi chiedere a Dio di riempirti di grazia, se hai già il bicchiere stracolmo d’altre cose?

È lo stesso stile di Gesù, che continua a scandalizzarci con le sue parole, affettuose e schiette, dette con la sincerità di chi conosce le cose vere e non vuole prenderci in giro: “Se proprio vuoi salvarti la vita (a modo tuo), la perdi; ma se perdi la vita per amor mio, la salvi. Che ti serve guadagnare chissà cosa, rovinando te stesso? Se ti vergogni di me, avrai da vergognarti...!”.

Il “fai da te” non serve. Almeno, non serve nel mestiere della vita... da donare. Perché non siamo “il padreterno”. È vero: s’impara sbagliando. Il Conforti ha una frase sorprendente: “Quando commettiamo una mancanza, non ci stupiamo. Non è strano che l’infermità sia inferma, la debolezza sia debole, la miseria sia misera”.

Ma non è vero che chi sbaglia impara. Non basta sbagliare per imparare. Sarebbe troppo facile! Per imparare abbiamo bisogno di imporci una disciplina: “è come l’argine che tiene a bada il fiume perché non dilaghi; è come la bussola che addita al nocchiere la via da seguire per giungere alla meta” - ci dice il Conforti. L’aveva imparato da piccolo. Andando a scuola, ogni mattina andava a trovare il grande Crocifisso: “Io lo guardavo e pareva mi dicesse tante cose”.

Come la vita, la missione è un dono che chiede un impegno costante, giornaliero.

Questo è il senso di quelle piccole frasi che trovate ogni giorno nel calendario. Sono del beato Conforti, scelte tra le “tante cose” che egli aveva imparato e che ci ha insegnato. Sono “parole da vivere”, da trasformare in propositi, attenzioni e comportamenti giornalieri. Alla fine dell’anno saremo migliori. È una sfida!

Un suggerimento.

Date un’occhiata al calendario 2007. Poi, staccate, se proprio volete, la prima e l’ultima pagina, per leggerle con comodo. Mettete subito il calendario sotto a quello del 2006. Così il 1° gennaio, trovate il nuovo già al suo posto, pronto per l’uso quotidiano.



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