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“Vescovo saveriano con il cuore sempre aperto al mondo”

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Carissimi amici e amiche di “Missionari saveriani”, Dio sempre stupisce ma non rovina i piani di nessuno, al contrario, allarga gli orizzonti. È successo con Guido Maria Conforti quando voleva diventare missionario gesuita e salesiano, ma non ha trovato porte aperte. Così posso dire che sta succedendo, in piccole proporzioni, anche con me.

Con i saveriani del Brasile Nord avevamo pianificato di fare la licenza in Missiologia a Roma. Tutto stava andando secondo i “nostri” piani, ma... una telefonata ha cambiato tutto. Il 16 gennaio 2023 mi chiama il Nunzio Apostolico dicendomi: “Padre Paolo Andreolli, il Santo Padre, Papa Francesco, ti ha nominato vescovo ausiliare di Belém! Non temere… La Chiesa che è madre e maestra, ti aiuterà e insegnerà a compiere questa missione. Fra tre giorni mi darai la tua risposta”. In quel momento, il mio cuore ha cominciato a battere tanto forte che molti in comunità hanno notato qualcosa, ma non conoscevano il motivo. Il guaio era che non potevo parlarne con nessuno, se non con il mio padre spirituale, cosa che ho fatto immediatamente.

I miei piani stavano andando a rotoli. Già mi immaginavo a Roma a studiare ed approfondire tematiche missionarie, conoscendo l’Università, visitando luoghi storici che parlavano della cristianità. Ma, probabilmente, il Signore aveva altri piani. Dopo tanta preghiera, ho capito che la cosa giusta da fare fosse rispondere “sì”. Questo altro non era che la conseguenza di quello detto il 21 agosto ad Ancona al termine del noviziato e del pronunciato il 5 marzo 2000 a Parma per la Professione Perpetua, così come del dell’ordinazione presbiterale pronunciato coscientemente il 17 settembre 2000 nella cattedrale di Parma.

E ho pensato al di Maria e alla frase “nel tuo la speranza di molti”. Tutto sembrava dirmi: “Fidati di Dio; la missione è di Dio, tu sei solo un collaboratore; se come Pietro guarderai a Gesù e non al mare in tempesta, le difficoltà della vita non ti abbatteranno”. Queste luci mi hanno dato pace, una pace che - alla luce di sant’Ignazio - mi ha confermato che era volontà di Dio.

Sono stato in silenzio per 15 giorni, fino al giorno in cui il vescovo di Belém, mons. Alberto Tavera, durante una celebrazione solenne, ha annunciato la mia nomina a vescovo ausiliare di Belém. Finalmente ho potuto condividere con molte persone amiche quello che ho dovuto nascondere per molti giorni. Mi sono aperto con i miei familiari in Italia, con i miei confratelli sparsi nei quattro continenti, con amici e conoscenti e anche con la stampa che mi ha cercato per farsi raccontare come mi sentivo.

Oggi posso dire che sono contento e sereno. So che non sarà facile, ma so che il Signore che mi ha chiamato non mi nasconderà il suo volto e mi darà forza. So che posso contare con le preghiere di tutti voi, carissimi amici dei Missionari Saveriani, così come della chiesa di Belém e del mondo intero che sempre prega per i suoi pastori.
Sono certo che la mia nomina, assieme a quella di altri tre saveriani in tempi recenti (Adolfo Zon in Amazzonia, Vitus Rubianto in Indonesia e Natalio Paganelli in Sierra Leone), sia una conferma che il nostro carisma è un dono per la Chiesa intera. Ancor di più, questa mia nomina è arrivata nell’anno giubilare nel quale celebriamo 70 anni di presenza saveriana in Brasile.

Carissimi amici, in questa chiamata ci siete tutti voi: i miei familiari che mi hanno sempre incoraggiato a donarmi senza mezze misure, i saveriani che mi insegnano tutti i giorni a dedicarmi con umiltà al servizio di coloro che hanno più bisogno, e in modo particolare i non cristiani, e tutti voi che con la vostra vicinanza mi insegnate a perseverare e rinnovare tutti i giorni la mia consacrazione.

San Guido Maria Conforti, il giorno della ordinazione episcopale, ha pronunciato i voti di consacrazione per dire che era vescovo di una Chiesa locale ma nello stesso tempo continuava ad essere saveriano. Da parte mia, rinnovo tutti i giorni questi voti e lo farò tutti i giorni della mia vita! Sarò un vescovo saveriano, portando la bella notizia del Regno a tutti, cominciando dalla chiesa di Belém, ma sempre col cuore aperto al mondo. Il mio motto sarà: “Cuori ardenti, piedi in cammino”.

Con questa frase mi impegnerò per far sì che le persone si incontrino con Cristo, l’unico capace di incendiare i cuori - come quello di san Francesco Saverio - e muovere i piedi all’incontro di chi ha più bisogno. Per tutto questo, offro lode al Signore e chiedo a tutti voi di pregare perché sia sempre fedele alla chiamata ricevuta.



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