Skip to main content
Condividi su

Severin Ngueliassi Arnaud è un teologo saveriano del Camerun; frequenta l’ultimo anno di teologia a Parma. Lo ringraziamo per averci offerto questa bella riflessione.

La misericordia, letteralmente, è un sentimento di compassione per la miseria altrui e si concretizza in opere concrete. Non esiste una misericordia astratta, chiusa su di sé, ferma, nascosta; si manifesta in atti di soccorso, di aiuto reale, nel fermarsi ad assistere una persona in difficoltà. La misericordia rivela l’amore con il quale Dio, come una madre, si commuove, fino al profondo delle viscere, per i suoi figli.

Il modo come guardiamo agli altri

La misericordia non è un’idea astratta ma s’incarna nel volto di Gesù”. I suoi gesti, le sue parole, il suo sguardo traducono l’Amore del Padre. Il suo accostare le persone in modo unico e irrepetibile, i segni che egli compie, sono all’insegna della misericordia. Tutto in lui è misericordia; nulla in lui è privo di compassione.

I cristiani sono chiamati a vivere la misericordia nei confronti di tutti e soprattutto dei più poveri, esclusi e sofferenti. In tal modo essi rendono credibile il vangelo. Essa offre a tutti, nessuno escluso, la possibilità di sperimentare la gioia della tenerezza di Dio, di essere da Lui perdonati.

Gesù ci chiede di non giudicare né condannare, ma di perdonare e donare amore senza misura. La misericordia di Dio è senza fine. È cristiano chi vive, nella sua vita, l’amore di Dio che è “misericordioso, lento all’ira e ricco d’amore”.

Giungere alla serenità del cuore

Lo sguardo di Gesù era un sguardo carico di misericordia che perdonava i peccati dell’uomo e, vincendo le sue resistenze, trasformava i peccatori in suoi discepoli. Gesù guardò Matteo con misericordia e lo scelse. Dio è un Padre che non si dà mai per vinto fino a quando non ha dissolto il peccato e vinto il rifiuto con la sua compassione (il figliol prodigo, Lc 15).

A noi per primi è stata usata misericordia, quindi dobbiamo viverla. Sappiamo che è difficile perdonare!

Il vescovo saveriano, mons. Biguzzi racconta che un giorno, in Sierra Leone, chiese a un giovane se, nonostante tutto, lui si ritenesse ancora un buon cristiano. Gli rispose subito: “Sì, perché io prego e perdono”. Quel giovane aveva capito che “la giustizia di Dio è il suo perdono”. Il perdono ci fa giungere alla serenità del cuore. È una forza che risuscita a vita nuova e aiuta a guardare il futuro con speranza. Lasciar cadere il rancore, la rabbia, la violenza e la vendetta ci fa vivere felici.

Fare l’esperienza del perdono

Come ama il Padre così amano i figli. Dio è misericordioso e anche noi siamo chiamati a essere misericordiosi gli uni verso gli altri. La mentalità di oggi sembra opporsi a Dio, sembra togliere dal cuore umano l’idea della misericordia. Quest’ultima sembra porre a disagio l’uomo. Essa invece è un ideale, una meta da raggiungere, anche se richiede sacrificio.

Per capire e vivere la misericordia è necessario fare l’esperienza dell’amore vero, della tenerezza e dell’accoglienza del Padre. Nella parabola nessuno dei due figli lo ha incontrato veramente. Il disordine (il figlio che esce di casa) e l’eccesso di ordine (il figlio maggiore obbediente) impediscono di conoscere la misericordia che scaturisce dal cuore del Padre.

Per entrare nel regno, non basta rimanere in casa e nascondersi sotto una falsa sottomissione; non basta non trasgredire. Il Padre misericordioso ci viene sempre incontro e si rallegra del ritrovamento, non ci lascia in preda alla solitudine e al rifiuto.

Non denuncia il nostro peccato, non ci accusa. Va alla ricerca di chi si è perso e di chi ha un cuore di pietra ed è geloso. Questo è motivo di gioia per tutti noi.



Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito