Skip to main content
Condividi su

Si dice che nel mondo tutto è in divenire, tutto passa… È anche vero che nel mondo esistono realtà, valori che non cambiano, durano una vita e che, praticamente, sono eterni. Ma non dobbiamo meravigliarci se nella società esistono cambiamenti. Alcuni hanno segnato la mia storia e, credo, anche quella di tanti di voi. Il coronavirus è uno di questi eventi.

Per citare Dacia Maraini, la pandemia è entrata nelle nostre giornate come un sasso che ti prende alla schiena e ti stordisce. Non sai chi te l'ha tirato, non sai da dove viene, ma pure ti prende in pieno e qualcuno, colpito alla nuca, ne muore. Siamo stati costretti a fare nostro un invito che fino a ieri avremmo considerato assurdo, e cioè: “Se mi vuoi bene stammi a distanza”.

Se la riflessione si allarga non possiamo sfuggire a una considerazione che riguarda la qualità della nostra vita sociale. Da tempo, ormai, siamo entrati in una situazione molto difficile che, per la convergenza di tanti mali, può essere considerata come una vera emergenza che ha preceduto e che convive con la pandemia. La definirei un'emergenza morale: corruzione senza confini, violenza in famiglia, politica litigiosa, lavoro precario, economia e finanza sempre più per pochi.

A maggio, Walter Veltroni scriveva: “La crisi che stiamo vivendo ci sta insegnando che molti cambiamenti di abitudine, seppure indotti forzatamente, sono possibili. Abbiamo imparato a lavorare da casa, ad usare la rete non solo per mandarsi messaggi, ma per riunirsi, discutere, produrre e persino per decidere le sorti delle nazioni. Abbiamo scoperto il vantaggio di una rete commerciale di quartiere fatta da piccoli negozi che corrisponda ai nostri desideri di consumo, senza imporci spostamenti che ora ci appaiono in tutta la loro inutilità. Sentiamo il bisogno che la rete sanitaria sia più prossima al luogo dove viviamo; ospedali solo per cure specialistiche e una rete di medicina che filtri e accompagni il malato. Il consumo culturale dovrà vivere di attività radicate nel territorio. Le scuole aperte il pomeriggio potranno facilitare la socializzazione e la formazione permanente. Gli uffici della burocrazia dovrebbero essere diffusi in ogni quartiere delle grandi città e in ogni piccolo centro. Quello che costerà verrà risparmiato in oneri dei trasporti e in inquinamento. Le nostre città con l'aria pulita e il silenzio nelle strade ci fanno capire oggi che si possono limitare gli spostamenti inutili senza comprimere, anzi agevolando, la mobilità di un nuovo modo di vivere che deve trovare tutto vicino per poter andare ovunque”. 

Come notate, cari amici, in questa mia riflessione ho tentato di leggere e ascoltare quello che è successo in questi ultimi mesi. Mai ci saremmo aspettati di vivere i tristi avvenimenti di un 2020 che non rimpiangeremo. Ma questa è la realtà che certamente lascerà un'impronta nella società, nelle nostre famiglie, nella Chiesa. Certamente, questi tristi avvenimenti ci aiuteranno a cambiare in meglio molti aspetti negativi che stanno pregiudicando la nostra vita. Ma di una cosa dobbiamo essere certi: “Gesù è con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt. 28,20).



Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito