P. Nazzareno Corradini, 60 anni di Professione Religiosa
In Africa, frequentare un anziano è frequentare la saggezza, la sapienza che tutti i nostri libri non possono contenere.
Qui a Desio ho avuto la fortuna di vivere con dei confratelli "diversamente giovani". Chiacchierare con loro mi arricchisce sempre. Penso a p. Franco Manganello, a p. Valeriano, a p. Enrico, a p. Luciano e oggi in modo particolare a p. Nazzareno Corradini.
Non nascondo che l’unico motivo di dissenso tra me e lui è l’amore. Non qualsiasi amore, ma l’amore verso il calcio. Lui è Juventino ed io un interista sfegatato. Chi guarda il video vedrà come ho tentato di convertirlo all’Inter, ma non c’è stato verso.
Padre Corradini ha una caratteristica che tutti invidiano: lui e' la gioia in persona. E non solo. La sa anche trasmettere.
Padre Corradini ha mantenuto quasi intatto quell'innocenza propria dei bambini che sanno fidarsi: se non fosse che e' juventino, potrei continuare a dire tante altre cose belle di lui, ma per ora mi fermo qui.
“Dalla lavagna alla Bibbia”
P. Nazzareno voleva diventare insegnante delle scuole elementari; tra i suoi sogni non c’era la vita religiosa, ma dopo avere letto uno scritto di santa Teresa di Gesù Bambino, il piano umano di Nazzareno si è trasformato.
C'è un particolare interessante nella vita di Nazzareno: la sua mamma voleva diventare suora (anche la mamma di santa Teresa di Gesù Bambino lo voleva diventare),non essendolo divenuta, si ripromise: “Se avrò un figlio, vorrei che diventasse sacerdote, Nazzareno come Gesù”. Ecco l’origine del nome Nazzareno: solo che il suo ha due “z”! Quindi Nazzareno si è scoperto nel progetto di Dio, quel progetto che Dio ha stabilito per lui, perché diventasse un giovane realizzato su questa terra. Si è accorto che era già stato scelto dal Signore fin dal grembo materno.
La vocazione è la scoperta di ciò a cui ognuno di noi è chiamato per avere una vita bella, buona, realizzata dove si compie la volontà di Dio.
Mi vengono in mente le parole del profeta Geremia: «Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo,prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato;ti ho stabilito profeta delle nazioni». (Ger. 1,5).
Padre Nazzareno ha fatto la prima professione religiosa nella famiglia dei Missionari Saveriani il 19 marzo del 1958 (ricordo che è l’anno dell’arrivo dei primi saveriani in R.D.Congo) a san Pietro in Vincoli nelle mani di padre Pietro Garbero, l’allora vice generale. Ad avere preparato i quattro professandi era l’attuale mons. Giorgio Biguzzi, vescovo emerito di Makeni in Sierra leone.
Prima della messa, p. Nazzeno era emozionato:questo cammino di amicizia con Gesù, lo porterà all’ordinazione sacerdotale il 28 ottobre 1962, all’inizio del quarto anno di teologia. Dopo l’ordinazione sacerdotale, Nazzareno ha fatto mostra della sua obbedienza lavorando nelle comunità saveriane di in Lucania,a Macomer, a Cagliari, a San Pietro in Vincoli, a Nizza Monferrato, in Toscana, a Cremona e a Tavernerio. Dopo l’esperienza a Tavernerio, p. Nazzareno è stato destinato alla missione del Brasile: voglio condividere con voi una confidenza ricevuta dal padre Nazzareno.
“Rifarei questa scelta”
“Se tornassi giovane, rifarei con piacere questa scelta.” In Brasile, padre Nazzareno è rimasto colpito dalla fede di tante persone semplici che pur non avendo studiato vedevano Dio in tutti e in tutto, durante i funerali si soleva dire: “Ha smesso di soffrire, è andato avanti per preparare un posto per noi”.
Un'altra confidenza riguarda la vita. La vita non va sprecata, va spesa per Dio e per i fratelli.
Questo significa, per padre Nazzareno, che un vero missionario non diventa mai vecchio e quando muore, aiuta il Padre Eterno a cantare: Non ho l’età. La caratteristica del missionario è il capire che l’altro è quello che io non sono e quello che io non ho. L’altro è visto come un arricchimento di se stessi e non un antagonista del proprio essere e del proprio avere.
Senza questa apertura, non esiste lo spirito missionario.
Padre Nazzareno prova grande riconoscenza e stupore per l’amore che il Signore gli ha dimostrato attraverso la congregazione dei Missionari Saveriani, per aver condiviso la quotidianità e le sfide con tanti compagni di vita e di viaggio missionario.