CELEBRAZIONE VENERABILITA' P. UCCELLI, INIZIO CENTENARIO DELLA CASA
Abbiamo scelto domenica 28, nell’anniversario della morte di p. Pietro Uccelli (29 ottobre 1954), per celebrare il riconoscimento delle virtù eroiche di p. Pietro da parte del papa Francesco e per dar inizio alla commemorazione del centesimo anno della presenza dell’Istituto Saveriano a Vicenza. Monsignor Conforti, infatti, vescovo diocesano e Santo, ha voluto in questa città la prima casa di formazione dopo quella di Parma. Numerosi sono stati i saveriani vicentini che vi hanno studiato (149) e molti sono stati anche quelli che vi sono arrivati dalle diverse diocesi del veneto. Diventa difficile poi contare tutti gli ex-allievi che formano una grande rete di simpatia.
La scelta del fondatore di aprire una scuola apostolica a Vicenza è stata felice, ben voluta dalla comunità diocesana e apprezzata dai saveriani che hanno avuto la fortuna di passare qualche tempo in questa nostra casa.
La presenza per 22 anni p. Pietro Uccelli è stato il grande dono provvidenziale che ha marcato l’azione dei saveriani in diocesi dall’inizio fino ai nostri giorni.
Il venerabile padre ha saputo unire il suo zelo di prete diocesano a Reggio Emilia e l’esperienza missionaria in Cina. Di lui si testimoniano iniziative stupende e umili di carità fraterna e si raccontano non pochi ritorni alla fede per il suo esempio di vita santa.
A Vicenza, il giorno 28 si presentava come una domenica grigia e piovosa, che destava qualche perplessità sulla partecipazione degli invitati alla festa.
Ma già alle nove del mattino arrivavano conoscenti, amici, parenti, ex allievi...tanto che alle undici il grande salone era completo.
Il vescovo stesso di Vicenza, Beniamino, che ha presieduto la celebrazione, diceva nell’omelia: “Siete venuti qua numerosi.” E nell’omelia il celebrante ci ha stupito per la conoscenza della vita e dell’opera del nuovo venerabile.
Riferiva questa costatazione: se la missione fa parte oggi dell’identità stessa della chiesa locale più che in altre diocesi, se nel mondo ci sono 699 missionari vicentini, lo dobbiamo soprattutto alla presenza centenaria e esemplare dei missionari saveriani. La celebrazione eucaristica era stata preceduta da due incontri.
P. Guglielmo Camera, postulatore, con calore e convinzione ha portato esempi della vita spirituale eroica di fede e di carità del padre Uccelli. P. Mario Mula, vicario generale, ha offerto una panoramica della presenza nel mondo dei saveriani. Era presente al completo la nostra comunità della casa di Vicenza, composta di 16 membri. Quasi tutti anziani, ma in quest’ultimo anno siamo ringiovaniti e divenuti internazionali. Sono arrivati tra noi due padri messicani: pp. Antonio Ugalde Barron e Carlos Edoardo Tostado. P. Carlos con l’aiuto di p. Antonio ha ideato e allestito una mostra dei cento anni, seguendo le varie tappe di evoluzione e di crescita.
Articoli sull’evento sono stati pubblicati nel settimanale diocesano LA VOCE DEI BERICI e sul mensile di Vicenza in missione, CHIESA VIVA.
Alla fine, l’ampio garage della casa, si è trasformato per opera di p. Alberto in un festoso banchetto conviviale. Si è compiuto il miracolo evangelico: tutti hanno portato qualcosa e tutti hanno condiviso e non sono mancate le ceste dei pani avanzati.
Prima di partire, il Vescovo Beniamino, ha fatto visita e benedetto la salma di p. Giuseppe Rabito, ritornato al Padre venerdì 26 ottobre. Aveva 99 anni e per 57 ha servito la Sierra Leone. Martedì 30 il funerale sarà presieduto dal suo vescovo, Mons. Giorgio Biguzzi. La comunità e la famiglia ringraziano il fratel Vicenzo e il p. Antonio per l’assidua assistenza anche di notte.
E il futuro? Non dobbiamo vivere solo del passato. Il futuro sarà bello, poiché le radici sono buone.
La missione continua e siamo chiamati a viverla e a costruirla in sinergia con la chiesa locale, con gli altri istituti e con tanti laici di buona volontà. Dobbiamo sognare con creatività e coraggio, guardando i bisogni della società: il sinodo ci ricorda il volto dei giovani, l’emergenza degli immigrati domanda l’accoglienza e l’integrazione di tanti fratelli e sorelle, la diversità di religioni in mezzo a noi invita al dialogo, le catastrofi naturali rendono necessaria la cura della terra, il numero crescente dei poveri reclama giustizia.
Papa Francesco citando il profeta Gioele ci annuncia: “Se noi anziani non sogniamo, i giovani non potranno vedere il futuro”.