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Casa Saveriana

Udine



Presentazione

La comunità saveriana di Udine è composta da missionari che hanno alle spalle una ricca esperienza missionaria, frutto di un periodo di vita passato in missione o al servizio della congregazione.


Oltre a prestarsi per alcuni incarichi comunitari di accoglienza e di manutenzione della casa, collaborano con la Caritas diocesana e con il Centro Missionario diocesano per l'animazione missionaria della pastorale nei suoi diversi settori. Inoltre, sono disponibili ad aiutare i parroci nel ministero pastorale.

La celebrazione della Parola e dell'Eucaristia dà l'opportunità di offrire ai fedeli un messaggio missionario, in sintonia con il nostro carisma saveriano.

 È una pastorale un po' itinerante, proprio in stile missionario; in certi periodi è veramente intensa tanto che non sempre possiamo rispondere a tutte le richieste che ci vengono rivolte.

In ogni caso diamo la precedenza ai gruppi che chiedono ospitalità nella nostra casa, prestandoci anche per l'animazione di incontri e ritiri spirituali.

Vogliamo soprattutto essere una comunità aperta, generosa e attiva nel servizio e nel donarci a tutti attraverso molte iniziative come: incontri e ritiri per giovani, visite e celebrazioni nelle parrocchie, accoglienza dei migranti, conferenze di formazione alla globalità e di testimonianza di vita, mostre missionarie, ecc.

Venite a visitarci!

I partecipanti al progetto Albania si raccontano: Viaggio di sola Andata

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Quando si parte si sa quello che si lascia ma non quello che si trova. La bellezza sta proprio nel riuscire a farsi contagiare dallo sconosciuto. Ho conosciuto un’Albania bella, attraverso le vite e i racconti delle persone conosciute, un paese che lotta, spera, lavora, progetta, anche contro una maggioranza che sembra avere altri interessi ed obiettivi.

Si può fare del bene ovunque, essere sale e lievito. Questo è compito dei cristiani; essere sempre una minoranza, proponendo passi migliorativi in avanti per il bene di tutti, specialmente dei deboli, consapevoli di fare la nostra parte. Per il resto, ci pensa Lui.

Son partita perché credevo di essere pronta per vivere questo progetto di condivisione, anche “lottando” con le resistenze familiari e della comunità dove vivo. Iniziando questo progetto desideravo affidare veramente la mia vita alla volontà di Dio. Fino ad ora ho cercato di essere una buona cristiana, laboriosa, disponibile, curiosa di apprendere, in cammino. Ma poi ho letto tutto questo come un tentativo di riempire il mio ego, nell’illusione di accrescere la mia fede. Come appunto leggo nel Vangelo: “Se avessi fede quanto un granello di senape…”.

Quanto raccontava Padre Andrea sull’esperienza missionaria, mi sembrava andasse in questa direzione: lo Spirito di Dio e la sua Provvidenza, permettevano di realizzare degli obiettivi, umanamente, anche quando sembrava impossibile. Ho percepito questa consapevolezza in tutte le comunità che abbiamo visitate in Albania.

“I miracoli” si realizzano oltre i sogni di chi accetta l’incarico di mettersi in gioco, di chi inizia o ha iniziato un cammino di accoglienza, di servizio e di vicinanza. La maggior fatica che dobbiamo fare è proprio questa. Renderci conto che qualsiasi progetto noi decideremo di sostenere, promuovere, far partire, non ha bisogno solo della nostra perfetta programmazione ed organizzazione, ma della nostra capacità di lasciar parlare Dio attraverso esso.          

Il pannello dell’ingresso al Museo- Carcere- di Scutari – tradotto in italiano recita: “Terra nostra che sei aperta come un cratere gigante.

Gola di una tomba che cercava con la rabbia di inghiottire tutti coloro che volevano salvarsi dal terribile inferno, dove non c’era nient’altro che il

pianto e il crepitio dei denti. Vivere per raccontare”  Zef Plumi                                                           

       Maria Grazia Picogna



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