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Casa Saveriana

Udine



Presentazione

La comunità saveriana di Udine è composta da missionari che hanno alle spalle una ricca esperienza missionaria, frutto di un periodo di vita passato in missione o al servizio della congregazione.


Oltre a prestarsi per alcuni incarichi comunitari di accoglienza e di manutenzione della casa, collaborano con la Caritas diocesana e con il Centro Missionario diocesano per l'animazione missionaria della pastorale nei suoi diversi settori. Inoltre, sono disponibili ad aiutare i parroci nel ministero pastorale.

La celebrazione della Parola e dell'Eucaristia dà l'opportunità di offrire ai fedeli un messaggio missionario, in sintonia con il nostro carisma saveriano.

 È una pastorale un po' itinerante, proprio in stile missionario; in certi periodi è veramente intensa tanto che non sempre possiamo rispondere a tutte le richieste che ci vengono rivolte.

In ogni caso diamo la precedenza ai gruppi che chiedono ospitalità nella nostra casa, prestandoci anche per l'animazione di incontri e ritiri spirituali.

Vogliamo soprattutto essere una comunità aperta, generosa e attiva nel servizio e nel donarci a tutti attraverso molte iniziative come: incontri e ritiri per giovani, visite e celebrazioni nelle parrocchie, accoglienza dei migranti, conferenze di formazione alla globalità e di testimonianza di vita, mostre missionarie, ecc.

Venite a visitarci!
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“Vieni, Medico divino, ascolta il tuo popolo che geme. Vieni, Signore Gesù”

Vi mando qualche breve notizia. Anche qui il coronavirus ha scombussolato la nostra vita. Abbiamo capito la drammaticità della situazione in Italia e altrove anche seguendo in diretta il 27 marzo la preghiera solitaria del papa in S. Pietro per la salvezza dell’umanità’. Abbiamo poi pregato coi fedeli più volte usando le stesse invocazioni.

Per le continue notizie della situazione drammatica in Italia e in Europa, anche qui il 20 marzo è stata decretata la chiusura dei luoghi di culto, le scuole, i bar. Da allora abbiamo celebrato in privato. Si è parlato di casi di Covid nella capitale e più tardi dei casi rari qui a Goma. Ma la gente si domandava dove fossero e pensava che i casi fossero inventati per usufruire di finanziamenti dall’estero. Sospetto convalidato dalle dimissioni del medico,  che era stato incaricato di gestire la lotta contro la malattia nella provincia del Sud-Kivu (Bukavu), sollecitato a dichiarare malati di Covid dei  ricoverati per altre malattie. Ma mentre scuole e chiese non dovevano funzionare, strade e mercati erano affollati senza alcun rispetto per le distanze.  

I primi giorni i poliziotti multavano chi non aveva la maschera, ma un po’ alla volta la gente ha smesso di portarla. Attualmente quasi nessuno la porta, eccetto noi preti in chiesa e per la strada.  Allo stesso tempo sentiamo notizie della situazione diventata di nuovo inquietante in vari paesi d’Europa e nelle Americhe. Qui finora siamo risparmiati.

Dal 16 agosto sono state autorizzate le messe, ma con posti distanziati, mascherina, lavaggio delle mani alla porta. Agenti sono venuti a controllare se i nostri fedeli rispettavano le regole. Avevamo messo 1000 segni sui banchi, ma non rispettavano le distanze. Per diminuire la calca alla prima messa domenicale se n’è aggiunta invano un’altra per gli adulti e le messe dovrebbero essere più ‘brevi’ (meno di due ore), secondo le direttive diocesane. Ma a causa di prediche lunghe, di canti, di centinaia di comunioni, di lettura interminabile di avvisi, la seconda, terza, quarta messa non cominciano all’orario fissato. Quasi nessuno porta la maschera

Il battesimo degli adulti (252) che, di regola, si fa durante la veglia pasquale, così pure le prime comunioni e poi le cresime (354) sono stati celebrati in agosto e settembre

Il 20 sett, abbiamo avuto qui l’ordinazione sacerdotale di tre missionari, tra cui un saveriano. In tale occasione il governatore della provincia ha richiamato la gente sulla necessità di portare la maschera. Pochi ce l’avevano, eccetto i preti e i vescovi concelebranti e le autorità. E anche in questi giorni un agente governativo è venuto qui in chiesa per ricordare a tutti che devono portare la maschera per evitare il pericolo. Ma chi ci crede?

Dopo 60 anni di indipendenza la situazione economica della popolazione è peggiorata, Dato riconosciuto dal l’arcivescovo di Kinshasa e pure dal presidente.

In questi giorni il presidente (scelto dal precedente che continua a comandare) ha fatto una vasta consultazione di personalità, di  capi di partito e anche dei vescovi. Questi ultimi hanno chiesto decisioni per il “‘popolo dimenticato’” e non il protrarsi tra politici di beghe e di giochetti manovrati dal partito del presidente precedente. Si dice che ci sono cinquecento o mille persone che contano e che sfruttano il caos. Non sono certamente queste che desiderano riforme utili alla popolazione. Il presidente ha promesso, imprudentemente direi, la gratuità della scuola elementare. Con la conseguenza che molti scolari delle scuole private, dove si paga, si sono iscritti nelle scuole pubbliche gonfiando smisuratamente le classi. Gli insegnanti fanno scioperi perché tanti non sono pagati e tutti gli altri ricevono un salario irrisorio.

Come la Pasqua passata anche il prossimo Natale sarà diverso dagli altri a causa delle restrizioni di spostamenti e incontri. Ma può essere reso più familiare, intimo, spirituale e quindi vissuto più cristianamente del solito. Preghiamo per gli ammalati, per i morti, per il personale della sanità, perché tutti siano prudenti, perché i governanti prendano le decisioni giuste per salvare le vite e l’economia.

Tenete duro. Vi auguro una santa festa di Natale e un anno più sereno di questo.

Padre Silvano Benedetti

Goma, 20.11.2020



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