Mille anni sono come il giorno di ieri che è passato” (Sal 90,4).
Alcuni giorni fa (il 7 agosto), noi [comunità saveriana a Taranto] siamo stati a Grottaglie, situata a una ventina di km da Taranto. Cittadina famosa per la produzione delle ceramiche. Con uno sguardo verso il futuro. Il suo aeroporto sta per diventare il primo spazio-porto in Italia per voli spaziali suborbitali.
Motivo dell’uscita era un altro: andare a visitare Nonno Olivo di Laino. Il nostro amico ha un albero millenario nelle sue campagne. Ci siamo confrontati. I Padri della nostra comunità di Lama sono sei: tre ultra ottantenni e tre ultrasettantenni. Sommando le loro età sfiorano il mezzo millennio.
Davanti a questo Olivo Millenario ci siamo sentiti piccoli. Ma abbiamo preso coraggio. S.Pietro nella sua lettera ci avverte: “Una cosa non dovete perdere di vista: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo” (2Pt 3,8).
L’occasione di questa riflessione ce l’ha data Saverio Laino, rimasto saveriano nello spirito.
L’amicizia, quella vera; gli ideali, anche se non tutti si realizzano; la vita, condivisa e offerta; sono valori che non si distruggono e non si consumano. Come quell’olivo ultrasecolare, che resta in piedi. Nonostante la sua età, porta ancora frutti, ancora vegeto e rigoglioso (Sal 91,15) nella sua vecchiaia.
Saverio Laino ha preso molto dal suo olivo. Fa corona all’età dei padri saveriani della comunità di Taranto.
Un giorno degli anni ‘50, ancora giovanotto, era in treno, tornando da Milano. Conobbe il p. Sperindio. Si scambiarono gli indirizzi. Quella figura gli restò impressa. Gli risvegliò in cuore il desiderio che covava. Farsi missionario. Partì per Pedrengo (Bg) dove i saveriani avevano una casa per le “Vocazioni Tardive”, come si diceva a quei tempi. L’esperienza fu breve. Agli inizi del 1955 giunse la dolorosa notizia della morte di suo padre. Il ritorno a casa cambiò i progetti futuri.
Si sposò, ebbe cinque figli. Tra questi, Damiano sembrò voler calcare le orme di suo padre. Dopo il tirocinio nella casa saveriana di Salerno, passò ad Ancona per seguire l’anno del Noviziato, sotto la guida del padre maestro Lino Maggioni. Poi a Parma, al secondo anno di teologia non si sentì di accedere al sacerdozio. Tornato ai patrii lidi si arruolò nell’Arma dei Carabinieri. Tuttora in servizio. A Palermo.
Ma torniamo a Nonno Laino. La campagna ereditata gli ha dato lavoro. Produce olio per la nostre cucine e vino primitivo per le nostre tavole. Più vicino ai novanta che agli ottanta, non ha perso la sua verve e l’arguzia, col passar degli anni. Aspetta a diventar vedovo, scherza, moglie permettendo, per farsi prete e concludere la sua vita così come era cominciata.
Lo stile è l’uomo. Il tempo lo dirà.
p. Stefano.