Il 21 marzo, primo giorno di primavera, in tempo di Quaresima si sono ritrovati alcuni padri, le sorelle e laici saveriani nella casa di Salerno per un momento di preghiera e di ascolto della Parola. Nelle due ore insieme Mons. Claudio Raimondo, attualmente responsabile della parrocchia S. Trofimena nell’Annunziata(Salerno), ha guidato la meditazione dei primi versi del Libro del profeta Giona.
Inizialmente il relatore ha evidenziato l’originalità del Libro che non trasmette quello che il profeta vuole dirci, bensi’ narra ciò che il profeta fa. Dunque la storia di Giona è il messaggio. Ancora il relatore fa notare che Giona è l’emblema di colui che ha una visione delle cose diversa da quella di Dio. Lui ha un solo punto di riferimento: la Toràh e rimane chiuso nel suo agire. Dai primi versi “Alzati e va a Ninive” emerge con la risposta di Giona l’agire di Dio che sollecita ad andare… non restare… sollecitazione diretta anche a noi che abbiamo ricevuto la luce con il Battesimo.
E, per portare Dio ai popoli e i popoli a Dio, Gesù a noi dà il corredo: la sua conoscenza . “Alzati va a Ninive” è dunque l’adesione cosciente alla missione. Giona è cosciente ma chiuso nella sua visione delle cose, degli altri, vuole insegnare a Dio ciò che deve fare. Per Giona i niniviti sono pagani che non hanno diritto di salvarsi. Allora avviene lo scontro tra quella che è la mentalità di Dio e quella del profeta. Giona parte ma per fuggire dalla parte opposta. Il suo pregiudizio gli impedisce di aderire alla volontà di Dio che ha uno sguardo su tutti.
Tutti Gli sono cari e la storia di Giona come le nostre fughe, i nostri no … sono la maniera attraverso cui Dio parla perché il bene non lascia mai la presa. Una considerazione espressa durante la celebrazione eucaristica che è seguita alla meditazione è stata la seguente: La storia di Giona rassicura e dà gioia al cuore, nell’andare verso non c’è il perseguire un giudizio inesorabile ma accettare la misericordia di Dio.