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CON LE MANI NEL SACCO DEL SAHEL

Il furto peggiore è quello di cui non si parla. Ladri di futuro dei giovani che sono la maggioranza delle popolazioni del Sahel. La ruberia del tempo come possibilità di creare spazi di immaginazione sociale. Sono loro, i politici, i primi ladri che sottraggono quanto di più prezioso ci sia nella vita. Loro e le istituzioni finanziarie che fanno dell’economia una rapina a mano armata dei liberi accordi commerciali. Un mondo di ladri che escono da buone scuole o si sono formati sul terreno. Gli aiuti internazionali rubano dignità così come le elezioni truccate, riviste e modellate al servizio del potere. Con le mani del sacco in questo Sahel dai mille pericoli, commerci e interessi. Ladri matricolati, professionisti e occasionali. C’è posto per le diverse categorie corporative e operative.

Ladri sotto gli occhi complici degli imprenditori della menzogna.

In questo mondo di ladri

in questo mondo di eroi...

non siamo molto importanti

A Abdoulaye hanno rubato gli anni. Informatico di professione tramite facebook arriva a Casablanca nel Marocco. Senza documenti accettabili è espulso e non gli rimane che la Libia per tentare il viaggio altrove. Due mesi di lavoro, 800 euro e un battello che non parte mai perché il passeur ha rubato i soldi arrivati,di notte, alla spiaggia. Il resto è la nota storia di ritorni annunciati. L’Algeria, il lavoro come manovale, le notti passate sul cantiere, l’altra espulsione e il la migrazione a ritroso. Tre anni rubati  al tempo e al vento e non rimborsabili. Non c’è nessun colpevole perché il fatto non costituisce reato. Poi arriva la prescrizione e il tempo dimentica. Tornerà a fare l’informatico da qualche parte quando ci sarà la corrente, un ufficio, un ordinatore che fuzioni e dei clienti con la voglia di navigare. Lui ci ha provato anche senza mare.

E disprezziamo i politici.

Voi, vi divertite con noi

e vi rubate tra voi.

Loro rubano le frontiere rubate. Migranti e poi rifugiati e soprattutto derubati dal sistema  coi suoi sicari. Kouame Kra è nato poco prima della mia partenza dalla Costa d’Avorio.  Nel suo villaggio nativo, Boromba, si fabbricano vasi di terracotta rinomati. L’acqua vi si conserva fresca a lungo e si vendono al mercato della domenica mattina. Lunghe file di donne ne portano a decine sulla testa, dopo averli fatti seccare e cotti al fuoco di legna. Kra torna al paese dopo che i gendarmi gli hanno rubato il cellulare. L’amico Ibrahim, coltivatore di mestiere, appena arrivato ad Algeri è derubato dal tassista. Soldi e borse di viaggio che lo obbligano fin dal giorno seguente a dormire sul cantiere. Il datore di lavoro lo paga regolarmente e lui, per difendersi dai ladri, affida i tre mesi di salario ad un amico. Alassane del Burkina come lui che gli ruba tutto. 

In questo mondo di ladri

c'è ancora un gruppo di amici

che non si arrendono mai.

(Antonello Venditti, In questo mondo di ladri, 1988)

MAURO ARMANINO - Niamey, marzo 2016.



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