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Guido Maria Conforti: Santità e missione

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Il 10 dicembre scorso il Papa ha firmato il decreto sul miracolo che apre la strada, nel giro di pochi mesi, alla canonizzazione del Conforti. La rivista “Missione Oggi” è felice di condividere questa buona notizia con i suoi lettori e amici, in primo luogo perché è il mensile dell’Istituto da lui fondato nel 1895; poi perché essa deve la sua esistenza allo stesso Conforti, che la fondò nel 1903 con il titolo di “Fede e Civiltà”.

Sono trascorsi 108 anni da quel 3 dicembre 1903, festa di S. Francesco Saverio, quando vide la luce il primo numero della rivista! Allora i Saveriani erano poche unità e guardavano solo alla Cina, oggi sono centinaia – 793 di 14 nazionalità –, presenti in 20 paesi.

Ma chi era il Conforti e che cosa significa per i Saveriani oggi e per la missione questa dichiarazione di santità?

Guido Maria Conforti era originario di Parma, dove nacque il 30 marzo 1865. Ancora ragazzo entrò in Seminario, nonostante le resistenze del padre. La sua vocazione sacerdotale e missionaria sbocciò ai piedi di un Crocifisso. Scriverà: “Non è possibile fissare lo sguardo in questo modello divino senza sentirsi spinti ad ogni più arduo sacrificio. Il Crocifisso è il gran libro che dischiude allo sguardo immensi orizzonti”. Di fatto, pur vivendo nella regione emiliana, il suo sguardo si aprì agli orizzonti del mondo.

Nel 1895 fondò i Saveriani con lo scopo dell’annuncio del Vangelo ai non cristiani. Nel 1899 inviò in Cina i suoi primi due missionari.

Nel 1902 fu chiamato a reggere la Chiesa di Ravenna, ma la malattia lo costrinse a dare le dimissioni. Recuperata la salute, attese alla formazione dei suoi missionari. Nel 1907 il Papa gli affidò la Chiesa di Parma. Compì cinque volte la visita pastorale. Discreta ma risolutiva fu la sua presenza nella vita della città, come durante gli scioperi del 1908 e in occasione della resistenza al fascismo di una parte della città. Le milizie fasciste si ritirarono il giorno dopo la sua offerta di mediazione, evitando la guerra civile. Riteneva che l’annuncio del Vangelo ai lontani (ad gentes) fosse la strada più sicura per rievangelizzare la sua gente.

Nel 1916 con Paolo Manna, del PIME, fondò l’Unione Missionaria del Clero, oggi Pontificia Unione Missionaria, di cui fu presidente nazionale per un decennio.

Nel 1928 visitò i suoi missionari in Cina, con andata via mare e ritorno con la Transiberiana. Morì a Parma il 5 novembre 1931. Di lui disse Angelo Roncalli, Patriarca di Venezia, poi Papa Giovanni XXIII, in una testimonianza del 17 febbraio 1957: “Lo cercavo come espressione episcopale, la più distinta in Italia, di quel felice movimento missionario suscitato dall’enciclica Maximum illud di Papa Benedetto XV. Così lo cercavo, come rappresentante lui di quella completezza del ministero sacro delle anime che associa il Vescovo al Missionario: Vescovo di Parma, ma Missionario per tutto il mondo”.

Per i Saveriani la santità del fondatore, oggi riconosciuta da tutta la Chiesa cattolica, significa la conferma di uno stile di vita, come ha scritto Giorgio Bernardelli, “dentro l’Italia fino in fondo ma con un cuore capace di abbracciare davvero il mondo” (Avvenire, 11 dicembre 2010).

Uno stile di vita che potremmo definire anche “glocale”, perché guarda lontano ma è sensibile a ciò che accade vicino.

Conforti santo richiama, inoltre, l’attualità, l’urgenza, la necessità e la bellezza della missione ad gentes, cioè del Vangelo annunciato a tutti i popoli, con le loro culture e religioni, non per dominarli ma per servirli perché abbiano gioia e vita in pienezza.



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