Dal territorio la speranza di un futuro
Il movimento ecologista sembra aver subito una profonda trasformazione negli ultimi anni, soprattutto in Italia. Contemporaneamente al diffondersi di una maggiore consapevolezza ambientale a livello di opinione pubblica, si è sviluppato e radicato localmente un vasto movimento composto di comitati, gruppi, associazioni che si propongono di intervenire sul territorio in relazione a uno specifico progetto o a un particolare problema, che sia un'infrastruttura, una discarica, un inceneritore, una centrale elettrica, ecc.
Si tratta di un fiorire di movimenti legati al territorio, combattivi, partecipati, informati e decisi ad azioni di lotta anche per lunghi periodi.
Questo nuovo, efficace volto dell'ecologismo ha già prodotto notevoli risultati e messo in difficoltà associazioni "storiche" e "blasonate" a livello nazionale, che si vedono superate in dinamismo, determinazione, capacità di lotta e partecipazione. Dalla Tav in Val di Susa e in Trentino, alle discariche in Campania si è aperta una nuova era di cui i cittadini, i comuni e le comunità del territorio sono i protagonisti. Anche la Conferenza episcopale abruzzese e molisana denuncia e propone.
Su questi gruppi si fonda la speranza di un futuro più ecologico, in grado di consegnare alle prossime generazioni una migliore qualità di vita e una maggiore quantità di risorse. Con molte energie fresche da spendere e con potenziali enormi conseguenze pratiche e ideologiche a livello sociale, in grado di smuovere l'imperante, e finora perdurante, credo della "crescita infinita".