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Chiese del Nord Africa, Forti nella Testimonianza

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Le cosiddette “primavere arabe” hanno aperto grandi speranze sul fronte di un ammodernamento della politica nazionale di molti paesi, lasciando intravedere la concreta possibilità della rigenerazione in senso democratico di regimi dispotici e corrotti, a volte addirittura crudeli o sanguinari.

Ora tali speranze si sono affievolite, anche se non del tutto spente, di fronte all’evolversi della situazione politica interna, che ha visto la crescita, in Egitto, in Tunisia e in Libia, di movimenti islamisti che rischiano di dar vita a una deriva fondamentalista.

L’instabilità di questo quadro politico rende ancora più urgente domandarsi quale potrà essere in Nord Africa la condizione della Chiesa che, alla metà del XX secolo, con la fine dell’era coloniale e la conquista dell’indipendenza, aveva già subito un rapido processo di “miniaturizzazione” sia nel numero dei fedeli, sia nel clero, a causa del rimpatrio di molti ex-coloni.

La Chiesa in Nord Africa è oggi chiamata a un compito profondamente diverso:

debole nei numeri, ma forte nella determinazione di testimoniare con rinnovata energia il Vangelo nelle terre che furono di alcuni padri della stessa Chiesa (Tertulliano, Cipriano, Agostino), essa si propone come accorato portavoce della possibilità che cristiani e musulmani possano davvero “vivere insieme”.

Il dossier che proponiamo ai lettori, pur nell’impossibilità di offrire un quadro unitario, cerca di aprire alcuni squarci su questa straordinaria missione.



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