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In mancanza di un sistema sanitario all’altezza e di dispositivi di sicurezza per affrontare l’epidemia, aumentano i richiami religiosi anche da parte di personalità politiche che illudono la popolazione assicurando una protezione “dall’alto” o una gestione del potere con il “favore divino”.

Il Burundi è stato uno degli ultimi paesi del continente ad ammettere casi di Covid-19, il 30 marzo 2020. Il presidente Pierre Nkurunziza, pastore protestante che condivide il ministero con la moglie, ha affermato che “il paese è benedetto dalla grazia divina”! A differenza dei paesi vicini, il Burundi non ha preso alcuna misura speciale. I burundesi sono stati invitati a lavarsi bene le mani e ad osservare le norme igieniche basilari, oltre che la quarantena per chi viene dall’estero. Finché non c’erano casi confermati, il portavoce della presidenza dichiarava che la ragione dell’immunità del paese era “l’aver dato a Dio il primo posto”. L’Oms ha reagito preoccupato, preparando dei biologi nel Centro ospedaliero universitario di Kamenge, a Bujumbura, ma il ministro della salute ha messo fine all’esperienza. Alcuni medici hanno poi allertato il ministro sulla presenza di casi sintomatici, ma non sono stati ascoltati. Anzi, i sostenitori del regime si sono scatenati sui social contro di loro, accusandoli di mancanza di patriottismo. Il 6 aprile, malgrado fossero stati confermati i primi casi, non sono state interrotte le competizioni sportive calcistiche, nonostante il parere contrario della Fifa e della Caf (Confederazione africana). Anzi, il segretario generale del partito al potere, candidato alle prossime elezioni, il generale Evariste Ndayishimiye, ha dichiarato: “Dio ama il Burundi e se ci sono delle persone positive al virus è perché Dio manifesti la sua potenza”. I fedeli continuano a riempire chiese e moschee e i mercati rimangono aperti. Gli stadi sono stati chiusi solo il 12 aprile, non per contenere l’epidemia, ma in preparazione alle elezioni generali del 20 maggio prossimo. Africa radio, ex Africa n. 1, sostiene che nel paese ci sono 675 persone in quarantena, rientrate poco prima della chiusura delle frontiere, in vari centri di salute. L’organizzazione Human Rights Watch denuncia che questi centri sono sovraffollati e insalubri, perciò potrebbero diventare focolai di propagazione del virus. Le autorità sembrano voler nascondere i casi di contagio per arrivare ad ogni costo alle elezioni. Attualmente il paese registra 11 casi e 1 decesso.

Nello Zimbabwe la ministra della difesa Oppah Muchinguri ha dichiarato che “il coronavirus viene da Dio per punire i paesi che hanno imposto sanzioni allo Zimbabwe. Ora, chiusi in sé stessi, le loro economie soffrono come hanno fatto soffrire lo Zimbabwe”. Il presidente Emmerson Mnangagwa, che ha rovesciato Robert Mugabe con un colpo di stato, ha cercato di attenuare i toni della sua ministra. Gli Stati Uniti e l’Ue, infatti, mantengono da circa vent’anni, sanzioni contro un centinaio di personalità e istituzioni del paese come reazione alla repressione violenta dell’opposizione interna, con uccisioni extragiudiziarie e stupri da parte delle forze di sicurezza del paese. Attualmente il paese registra 29 casi e 4 decessi.

In Nigeria, il Premio Nobel per la letteratura, Wole Soyinka, scende in campo contro i predicatori che, malgrado gli inviti alla prudenza, continuano ad organizzare assemblee di preghiera. Le autorità non sanzionano queste iniziative per paura di perdere la propria base elettorale. Soyinka ha affermato alla Bbc che bisogna attaccare quelle chiese, moschee e religioni varie, comprese quelle tradizionali, che s’immaginano di vivere in un’epoca diversa dall’attuale. Infatti, vari pastori e uomini di religione, si fanno forti di speciali illuminazioni, ispirazioni, visioni divine, per negare la presenza del virus, spingendo le persone ad infrangere le regole del distanziamento sociale e affermando che la potenza divina è più forte della pandemia: “Dio guarisce, il vero nemico è la paura”! In Nigeria la gente ha già battezzato il Covid-19 con Hunvid-20 (hunger virus), il virus della fame. Attualmente il paese registra 665 casi e 22 decessi.

Un po’ ovunque nelle grandi megalopoli africane, da Lagos in Nigeria a Nairobi in Kenya, da Kinshasa in Congo RD a Duala in Camerun, una schiera di veggenti e profeti, guaritori e predicatori, donne e uomini che si autoproclamano servitori di Dio, offrono protezione contro il coronavirus dietro compenso. Naturalmente più l’offerta è generosa più efficace sarà la protezione! Altri negano la presenza del virus, semplicemente perché non è citato nella Bibbia. La lista di questi approfittatori si allunga all’infinito – con stregoni, fattucchieri, scrocconi di ogni genere – che fanno ricorso a forze occulte per sfuggire all’influsso del virus dilapidando cosi le ultime risorse della gente semplice, già duramente provata da altre calamità umanitarie. Ed è così che in Guinea Equatoriale due pastori brasiliani sono in attesa di espulsione, per aver organizzato assemblee di preghiera non autorizzate. I due sono membri di due Chiese del risveglio, la Chiesa Universale del Regno di Dio e la Chiesa del Ministero della liberazione. Con l’espulsione è arrivato, per decreto presidenziale, l’ordine di dissoluzione delle due entità religiose. Il paese registra attualmente 89 casi e 1 decesso.

In Uganda, il pastore evangelico Augustine Yiga, molto conosciuto e a capo della Revival Church Kawala, una Chiesa del risveglio, è stato arrestato il 28 marzo dopo la diffusione su diversi canali televisivi e sui social, di una predicazione nella qual negava l’esistenza del Covid-19 in Africa e nel paese. Il ministro della salute ha reagito accusando il pastore di vanificare gli sforzi del governo nella lotta alla pandemia. Il paese conta attualmente 74 casi e nessun decesso.

Ma tra tutti gli usi (abusi) della religione a scopi particolari in questo tempo di pandemia, il più virulento è quello che circola nei paesi del Sahel tra i gruppi jihadisti affiliati all’Isis che si rifanno alla retorica religiosa presentata sul proprio organo di stampa online “al-Naba” (l’Annuncio) in cui si definisce il Covid-19 “manifestazione dell’ira di Dio contro le società pagane del mondo; flagello di Dio contro gli infedeli; soldato di Allah, inviato per distruggere gli infedeli”. Tutti gli attivisti sono invitati a non avere pietà e a colpire là dove possono: “Possa Dio aumentare la sofferenza degli infedeli e tenere al sicuro i credenti”. Paesi come il Burkina Faso, il Niger, la Nigeria e il Ciad hanno subito molti attacchi in questo periodo da questi gruppi animati dal virus omicida.

Papa Francesco ci aiuta a discernere le possibili manipolazioni della religione per scopi che non sono conformi alla sua natura e afferma che molte sciagure sono frutto appunto della deviazione dagli insegnamenti religiosi, dal loro abuso politico, anche da parte di uomini religiosi, approfittando del sentimento religioso del popolo per portarlo a compiere ciò che non ha nulla a che vedere con la verità della religione. La vera religione si mette al servizio della pace, della reciproca conoscenza, della fratellanza umana e della convivenza comune (cfr. Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, Abu Dhabi, 4 febbraio 2019).



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