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IN CONGO RD QUALCOSA SI STA MUOVENDO

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Il 19 marzo 2018 il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha organizzato un incontro specialmente dedicato alle condizioni di sicurezza e umanitarie del Congo RD. La Cenco (Conferenza episcopale nazionale del Congo), rappresentata dal segretario generale, l’abbé Donatien Nshole, ha descritto la drammatica situazione che sta vivendo il paese. L’emergenza umanitaria è grave soprattutto nelle province dell’Ituri, del Nord e Sud-Kivu, del Maniema, del Tanganika e del Kasai. Questa emergenza è dovuta a incursioni di ribelli, gruppi armati e anche a scontri interetnici. Queste violenze hanno già provocato massacri, spostamenti di popolazione, distruzione di villaggi, campi incolti.

L’insicurezza e la crisi umanitaria vanno insieme alla crisi socio-politica dovuta alle mancate elezioni presidenziali e legislative e all’incerta volontà di organizzarle. Questo clima genera sfiducia nelle autorità, ormai sprovviste di legittimità (sancita dalle elezioni) o addirittura assenti dal territorio.

Il segretario della Cenco ha chiesto all’Onu una più decisa presa di posizione sia sul fronte dell’emergenza umanitaria, sia su quello dell’organizzazione delle elezioni e dell’applicazione integrale degli Accordi di S. Silvestro (31 dicembre 2016). Le elezioni potrebbero dare al popolo governanti legittimi per far fronte a questa crisi così complessa. È stato anche chiesto che il mandato della Monusco sia rafforzato e che soprattutto intervenga in modo tempestivo per proteggere la popolazione specialmente dove è più minacciata.

Alcuni analisti del Congo RD sono inclini a pensare che la crisi socio-politica sia espressamente voluta e che tutti i focolai di tensione potrebbero far parte di una strategia per impedire lo svolgimento pacifico di elezioni libere e trasparenti. Dalle note della giornalista Colette Braeckman (Carnet de Colette Braeckman, 15 marzo 2018), specialista della regione, si parla di gruppi armati ben coordinati ed equipaggiati. Sempre da lei veniamo a sapere della decisione del Clc (Comitato laico di coordinamento) di sospendere tutte le manifestazioni in calendario. L’ultimo comunicato del Comitato si intitolava Jusqu’au bout nous irons (Avanti fino in fondo). Come mai allora questa decisoone? Forse perché finalmente la stessa Cenco ha avvertito che qualcosa si sta muovendo in favore delle rivendicazioni della gente, grazie proprio alla pressione popolare. Inoltre, nella “Maggioranza presidenziale” i delfini del presidente sembrano muoversi per un accordo su un candidato diverso da Kabila. Anche l’opposizione all’estero si sta organizzando, un po’ meno all’interno. È poi stato siglato il contratto per l’acquisizione delle “macchine elettorali”. Tutti segni di un certo movimento in favore dell’organizzazione delle elezioni.

Ma solo il rispetto di alcune scadenze potrà effettivamente confermare se si tratta di segnali positivi. Le elenchiamo: l’8 aprile 2018 sarà votata la legge per la ripartizione dei seggi elettorali; il 23 giugno 2018 è il termine ultimo per depositare le candidature ai diversi livelli; infine, ovviamente, il 23 dicembre 2018, le elezioni presidenziali e legislative.



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