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CENTOMILA CRISTIANI IN FUGA DALLA PIANA DI NINIVE

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NON POSSIAMO TACERE

Oggi la liturgia (del rito latino) ci propone la lettura del profeta Naum, che parla, anche se in un contesto geopolitico invertito, della distruzione di Ninive: «Sìbilo di frusta, fracasso di ruote, scalpitìo di cavalli, cigolìo di carri, cavalieri incalzanti, lampeggiare di spade, scintillare di lance, feriti in quantità, cumuli di morti, cadaveri senza fine, s’inciampa nei cadaveri. “Ti getterò addosso immondizie, ti svergognerò, ti esporrò al ludibrio. Allora chiunque ti vedrà, fuggirà da te e dirà: “Nìnive è distrutta! Chi la compiangerà? Dove cercherò chi la consoli?”».

Quale terribile coincidenza! Dopo la grande fuga di metà luglio da Mosul, ora è Qaraqosh ad essere saccheggiata dai miliziani dell'Isis (Califfato islamico dell'Iraq), proprio nella provincia di Niniveh. Le chiese sono state bruciate, insieme a migliaia di manoscritti religiosi. Sono circa 100mila i cristiani in fuga nel nord dell'Iraq, circa un quarto della minoranza cristiana totale del paese, che si sta dirigendo verso il Kurdistan iracheno. A loro si aggiungono gli yazidi, che stanno fuggendo verso la Turchia dalla provincia di Niniveh nel nord dell'Iraq: "Veniamo massacrati. Stiamo per essere sterminati. Un'intera religione sta per essere eliminata dalla faccia della Terra. In nome dell'umanità, salvateci" ha detto Vian Dakhil, unica deputata della minoranza yazida nel Parlamento iracheno, in un video diffuso dal Washington Post.

All’appello di papa Francesco all’Angelus di domenica 20 luglio, si sono unite varie conferenze episcopali. Mons. Georges Pontier, presidente della Conferenza episcopale francese (Cef) ha scritto in una nota: “Già drammatica la situazione dei cristiani in Iraq si aggrava di ora in ora. Il terrorismo cieco conta sul calo della nostra attenzione, durante questo periodo estivo, per intensificare i suoi ricatti e le sue odiose estorsioni”. Il responsabile della Cef invita anche le autorità francesi ed internazionali ad agire in modo concreto: “È necessario – afferma – che, al più presto, al livello delle Nazioni Unite, si organizzi la più ferma e la più rapida delle azioni, prima che sia troppo tardi”. Quindi, mons. Pontier conclude: “I cattolici di Francia sono mobilitati nella preghiera e nell’azione: i nostri fratelli cristiani si sentono vicini a quelli in Oriente e la comunità internazionale è indegna del suo nome se non protegge tutte le minoranze del pianeta”.

Anche la Conferenza episcopale italiana è intervenuta con un appello molto duro della presidenza: “Un autentico Calvario accomuna i battezzati in Paesi come Iraq e Nigeria, dove sono marchiati per la loro fede e fatti oggetto di attacchi continui da parte di gruppi terroristici; scacciati dalle loro case ed esposti a minacce, vessazioni e violenze, conoscono l’umiliazione gratuita dell’emarginazione e dell’esilio fino all’uccisione. A fronte di un simile attacco alle fondamenta della civiltà, della dignità umana e dei suoi diritti, noi non possiamo tacere”.

L’appello della presidenza della Cei si traduce nell’indizione di una giornata di preghiera, il prossimo 15 agosto.


In allegato il testo del comunicato della presidenza CEI, con una traccia essenziale per la preghiera.


Allegati
icon COMUNICATO_PRESIDENZA_CEI.pdf 152 kB

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