Skip to main content

CATTOLICI BRESCIANI PER IL DISARMO NUCLEARE

Condividi su

Tra le iniziative bresciane della Campagna “Italia, ripensaci”, affinché anche il nostro paese ratifichi il Trattato Onu sulla proibizioni delle armi nucleari, il Convegno di sabato scorso 19 febbraio presso il Centro Pastorale “Paolo VI”, organizzato dall’Ufficio per l’impegno sociale della Diocesi di Brescia in collaborazione con varie associazioni e istituzioni del mondo cattolico bresciano: ACI, ACLI, AGESCI, CCDC (Cooperativa Cattolico-Democratica di cultura), Movimento dei Focolari, la rivista “Missione Oggi”, OPAL (Osservatorio permanente sulle armi leggere), Missionari Comboniani, Missionari Saveriani e Pax Christi. 

Un momento importante per diverse ragioni – l’arsenale atomico presente a Ghedi (BS), la significativa produzione armiera della nostra Provincia –, ma soprattutto per lo sforzo di ancorare e radicare nella Parola le motivazioni del nostro impegno e della nostra partecipazione alla costruzione di un mondo più giusto. Si è infatti partiti, prima ancora che da un excursus sul magistero della Chiesa proposto da don Bruno Bignami – Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della CEI –, da una riflessione biblica curata da don Flavio Dalla Vecchia, a proposito dell’idea di guerra giusta, di violenza, di misericordia e di castigo, da cui è attraversata la Bibbia, soprattutto nei Salmi. 

Siamo infatti abituati a pensare al messaggio cristiano fondato sull’amore, ha detto don Flavio, tuttavia la testimonianza che la Bibbia offre di Dio non è uniforme e univoca, ma al contrario perdono e castigo, misericordia e punizione, sono spesso intrecciati tra loro, ed il Dio invocato e pregato è spesso rappresentato come un Dio di parte, funzionale alle pretese e alle rivendicazioni di qualcuno nei confronti di altri. Questa visione ha attraversato anche la Chiesa (che ha indetto e benedetto le crociate e a tutt’oggi vede i cappellani militari incardinati nell’esercito) che solo recentemente ha iniziato ad interrogarsi sul principio della guerra giusta e vede presenti al suo interno punti di vista differenti. Non fu però così per i primi secoli della cristianità, quando la propria fede, ad esempio, rendeva impossibile prestare il servizio militare. È allora importante aver chiaro che la Bibbia è una parola pronunciata nella storia, che nella Bibbia non parlano i dominatori, ma gli oppressi, che il sogno di Isaia, la trasformazione delle spade in aratri e delle lance in falci non è l’utopia destinata alla fine della storia, ma la realtà che siamo chiamati a costruire “nei giorni che verranno”.

In questo solco sono stati sviluppati anche gli interventi successivi, di approfondimento rispetto all’attuale situazione che riguarda gli armamenti atomici (Francesco Vignarca – Rete italiana pace e disarmo), alla nostra responsabilità e al nostro necessario impegno, che non può prescindere dalla conoscenza, dall’approfondimento e dalla partecipazione (Camilla Bianchi – Coordinamento bresciano dei comuni per la pace e la cooperazione internazionale, e Lucia Fronza Crepaz – Scuola di preparazione sociale, progetti di cittadinanza attiva di Trento).

E sempre in questo solco l’invito ad ascoltare direttamente ed integralmente gli interventi proposti durante il convegno, accessibili attraverso il canale Youtube del settimanale cattolico “La Voce del popolo” e a fare nostre le parole di don Primo Mazzolari: “Abbiamo bisogno di giustizia sociale, non di armi atomiche”. Ha concluso l’incontro Luciano Zanardini, direttore de “La Voce del popolo”, moderatore del convegno.



Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito