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Lettere alla mamma di un missionario

Mi ritengo fortunato, perché pur essendo in pensione, ho trovato un nuovo mestiere. Ho ricevuto varie lettere dall'Africa e, dopo averle fatte tradurre in italiano, le ho portate a destinazione: a Breda Cisoni, in provincia di Mantova. Le lettere provenivano da giovani, da mamme, da vedove, da insegnanti della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù. Erano tutte indirizzate alla signora Angela, mamma del saveriano p. Giampiero Valenti, missionario a Shabunda, in Congo.

La ringraziano per aver lasciato ripartire suo figlio - e tanti altri doni con lui - invece di trattenerlo accanto a sé che vive sola, alla bell'età di 85 anni! Mamma Angela ha ricevuto e letto con piacere tutte le lettere che le avevo portato. Ed è felice di farle conoscere a tanti altri amici del figlio e dei missionari saveriani.  [P. Sandro Parmiggiani]

I giovani: tuo figlio è anche nostro

Cara signora Angela, la salute e la pace di Cristo siano sempre con te. Noi per il momento stiamo abbastanza bene, ma non sappiamo fino a quando durerà. Anche perché sono ormai cinque anni che in Congo continuiamo a vivere tra sofferenze, violenza e morte. In altre parole, viviamo peggio degli animali.

Nonostante tutto questo, Dio continua a custodirci. E noi non cessiamo di ringraziare il Signore Gesù e la Madonna, sua e nostra Madre. In modo particolare, noi giovani di questa parrocchia missionaria continuiamo ad impegnarci per il Signore.

Siamo rimasti veramente sorpresi dal fatto che tu abbia pensato a noi e abbia deciso di aiutare noi giovani di Shabunda. Anzi, il tuo aiuto ci è già arrivato, grazie all'interessamento del nostra amato padre Giampiero Valenti, da poco rientrato in Italia.

Ne siamo molto contenti e stiamo pensando a come impiegare nel modo migliore quanto il tuo buon cuore ti ha suggerito di inviarci.

Quanto al nostro missionario padre Giampiero, egli è per noi un vero buon pastore. Desideriamo dirti che egli non è solo tuo figlio, ma è un po' anche figlio della nostra terra e fratello di tutti noi. Stando in mezzo a noi, egli non ha avuto paura di recarsi in tutti i luoghi dove la morte faceva strage. E noi abbiamo pregato il Signore che lo custodisse sempre, che lo facesse tornare tra noi sano e salvo.

Ti invitiamo a venire qui da noi, insieme ai tuoi amici e ai cristiani della tua parrocchia, affinché possiate rendervi conto di persona della situazione in cui viviamo e ci aiutiate a costruire una casa degna di nostro Signore.

Concludiamo con la speranza che i nostri disagi finiscano una volta per sempre e che questa nostra lettera ti trovi in buona salute. Le braccia di tutti noi qui a Shabunda si protendono per salutare te e tutti gli amici. Tutti insieme firmiamo questa lettera.
I giovani di Shabunda

Le mamme: è il nostro "Mosè"

Cara mamma Angela, siamo quindici mamme della missione di Shabunda a scrivere questa lettera, per dire: beato il grembo che ha portato in sé e il seno da cui ha succhiato il latte quell'apostolo che è tuo figlio. Il suo nome è "padre", ma noi gli abbiamo dato un altro nome.

Lo chiamiamo "Mosè", proprio come il Mosè che ha fatto attraversare il mare al popolo eletto. Anche tuo figlio è passato in mezzo a tante tribolazioni; ma noi lo abbiamo aiutato e, grazie a Dio, si è sempre salvato.

Ora viene a visitarti, ma tu rimandalo ancora a noi. A nome di tutte le quindici mamme,
mamma Maria Goretti

Ti ricompensi lddio: Padre Giampiero, pastore d' anime

Continuiamo a leggere qualche altra lettera scritta dalla gente di Shabunda, la missione di padre Giampiero Valenti. Ecco cosa scrive una donna che è mamma e insegnante.

Il capo ci sa fare!

Noi viviamo in conformità agli insegnamenti ricevuti dal nostro fratello, padre Giampiero, che abbiamo nominato capo del villaggio in ragione dei suoi alti meriti e del suo saper fare; inoltre, egli sa difendere la società in cui vive, senza fare differenze.

Io sono responsabile di una scuola elementare. Durante la guerra la scuola è stata completamente distrutta e non so come farla ricostruire e funzionare. Io stessa sono madre di sei figli, di cui tre sono stati frutto di una sola gravidanza. Ora devo crescerli e mandarli a scuola con l'aiuto del mio sposo".
Seka-Nabo Adele

Come ringraziarti?

Apro un'altra lettera. È scritta in francese, ma riesco a tradurla facilmente, anche se l'ho studiato più di mezzo secolo fa. "Mamma, noi non sappiamo come esprimerti la nostra gratitudine. Non abbiamo niente da donarti, ma ci affidiamo alle mani di Dio onnipotente, che ti ha dato la grazia di mettere al mondo un figlio che è diventato missionario.

Egli è stato il nostro salvatore; ha salvato noi, povere vedove di Shabunda, che non eravamo più riconosciute come persone. Lui, invece, ci ha riunite; ci ha fatto sentire utili e importanti. Veramente noi non

abbiamo nulla da donarti come ricompensa. Il nostro unico dono è la preghiera: che Dio ti assista e ti sia vicino sempre. A nome di tutte le vedove,
Scolastica e Veronica

Tutto è dono di Dio

Leggo, infine, l'ultima lettera scritta, con bella grafia e in un francese perfetto, dal direttore di una scuola elementare. È un protestante. Scrive con tono solenne, ringraziando Dio per aver inviato padre Gianpiero come messaggero e pastore, in mezzo alla povera gente.

"Padre Giampiero, con la collaborazione dei confratelli missionari, ha costruito le chiese nei quartieri e ha unificato le comunità della zona. In armonia con gli altri missionari, organizza commoventi feste liturgiche e prepara gli incontri catechistici.

Ci dà insegnamenti e consigli utili nella vita. Soprattutto aiuta i disabili, gli orfani, le vedove, gli ammalati di Aids, i poveri. Padre Giampiero è anche un bravo coltivatore, un autista esperto, musicista e maestro d'orchestra.

Queste sono solo alcune delle molte attività apostoliche, svolte sempre con impegno ed entusiasmo. Che il Signore sia lodato, per tutte le doti di cui ti ha fatto dono!".
Shabani Makoko



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