Una domenica da cancellare!
La parrocchia Sacro Cuore di Gesù in cui vivo attualmente si trova situata alla periferia di San Paolo, tra le città di Guaianases e Tiradentes. È composta da dodici comunità con circa 60mila abitanti. La presenza di noi missionari saveriani in questa area risale agli anni ‘80. In questi 40 anni sono nate altre due parrocchie, ognuna con circa 50mila abitanti.
La diocesi di San Miguel Paulista, di cui facciamo parte, ha circa 3 milioni di abitanti. Nell’ultimo censimento i cattolici in Brasile erano il 60%, gli evangelici circa il 20%, i cosiddetti ‘senza appartenenza religiosa’ erano il 14% e il resto di altre religioni. Nella nostra periferia gli evangelici arrivano a più del 50%. Anche se in Brasile la grande maggioranza degli evangelici ha votato Bolsonaro, nella nostra periferia la maggioranza ha votato Lula.
Dopo i fatti dell’8 gennaio, percepisco un clima di perplessità dovuta al fatto che non si riesce a capire come i brasiliani abbiano potuto manifestare comportamenti antidemocratici, di odio, vandalismo e distruzione che tutti abbiamo visto. La domenica 8 gennaio è stata così assurda e impressionante che le persone non ne vogliono parlare. Nessuno è a favore della violenza, nessuno difende quei comportamenti. E se qualcuno nella nostra periferia aveva votato l’ex presidente Bolsonaro, sicuramente dopo l’8 gennaio si nasconde, si è pentito e pensa di avere sbagliato.
Tra l’altro, insieme alla perplessità, vedo una certa ribellione dovuta al fatto che per 2 mesi questi ‘distruttori’ sono rimasti accampati vicino alle caserme, con il pretesto di non accettare il risultato delle urne e minacciando di far esplodere la rivolta. Lo scopo era certamente quello di attentare le istituzioni democratiche. Ripercorrendo e ricordando il clima che ha preceduto le elezioni mi chiedo: come mai ascoltando i discorsi di Bolsonaro e le sue minacce antidemocratiche soltanto il 51% degli elettori brasiliani ha votato l’attuale presidente Lula?
E pensando al futuro, mi chiedo: sarà possibile ritornare al clima fraterno, allegro e gioviale caratteristico del popolo brasiliano; sarà possibile dimenticare i veleni che hanno inquinato i rapporti tra la gente? Come uomo di Chiesa vedo già la mole di lavoro che abbiamo da fare per la riconciliazione. Non sarà un lavoro semplice.