I viaggi “missionari” sono diventati una realtà abbastanza comune. Sono soprattutto i giovani, che vanno a visitare i luoghi dove lavorano i missionari. Anche quest’anno, alcuni nostri giovani sono da poco tornati dalle varie missioni; altri sono ancora là. È certamente un’esperienza che lascia un segno profondo nell’animo: non si può più vivere come prima; qualcosa deve cambiare.

Il pallone che unisce

Quest’anno si è verificato anche l’opposto: sedici ragazzi brasiliani sono venuti tra noi, in Friuli, un paio di mesi fa. Fanno parte del progetto “pastorale minorile” della diocesi di Abaetetuba, nel nord del Brasile. Li hanno accompagnati tre educatrici brasiliane e un laico italiano di Cremona, Andrea Franzini, che lavora con loro da oltre dieci anni. Si sono fermati tre giorni e hanno avuto contatti con i coetanei di Cividale, Reana del Rojale, Pontebba, Tolmezzo, Rivignano e Teor.

Il pallone è stato lo strumento più usato. Il gioco ha permesso di realizzare più facilmente uno scambio immediato e genuino con tutti i ragazzi incontrati. Si può dire che il pallone - almeno questa volta - ha saputo unire culture diverse e creare momenti di scambio molto significativi.

L’allegria ci ha contagiato

Facendo una sintesi, si può dire che il soggiorno di questi ragazzi brasiliani ha lasciato dei segni anche nei ragazzi friulani che sono stati coinvolti. È stato possibile seminare, recuperare e vivere il senso della collaborazione tra i vari gruppi presenti sul territorio. In questo modo, il lavoro di comunione e collaborazione con esperienze ecclesiali diverse è stato più facile.

Attraverso le testimonianze degli adolescenti e delle educatrici, abbiamo colto il volto di un Brasile che è fatto anche di persone impegnate e piene di dignità, in contrasto con la solita immagine, quasi esclusivamente turistica, che i media ci mostrano di questo grande Paese latino americano. L’allegria e l’entusiasmo del gruppo brasiliano hanno riacceso in tanti gruppi e persone la voglia di collaborare, perché la vita è un dono stupendo da condividere con altri.

Il senso di responsabilità

Anche per i ragazzi brasiliani della “pastorale minorile” ci sono state delle conseguenze positive. Prima fra tutte, l’occasione di conoscere da vicino la solidarietà di tante persone e gruppi che da anni collaborano con loro. Il contatto con la nostra realtà ha contribuito a far maturare in loro il senso di responsabilità.

Hanno compreso che devono sforzarsi personalmente per migliorare la propria realtà sociale, soprattutto all’interno della loro esperienza pastorale. Quest’incontro ha anche stimolato una maggiore stima tra i membri del gruppo che, in tutte le fasi del viaggio, hanno saputo convivere in pace, conoscersi meglio e parlare del proprio futuro.

Un bilancio positivo

Organizzare il viaggio e il soggiorno di venti persone per un mese, comporta dei costi non indifferenti. Qualcuno può non condividere pienamente l’iniziativa, ma posso assicurare che gli aspetti positivi sono stati tanti.

Noi siamo stati davvero soddisfatti e arricchiti dal passaggio di questi ragazzi. Hanno scosso la nostra sensibilità e ci hanno aiutato ad aprire gli occhi e guardare a cosa succede anche fuori da casa nostra.